Ragusa - Dalle parole ai fatti. L’amministrazione comunale di Ragusa continua la sua battaglia contro il Piano sanitario dell’Asp, reso operativo dal governo regionale con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Regione il 4 marzo. La giunta, dando seguito a quanto annunciato dal sindaco Federico Piccitto all’indomani del via libera palermitano, ha dato mandato al primo cittadino di impugnare l’atto aziendale davanti al Tar, affidando la difesa degli interessi della città capoluogo all’avvocato Sergio Boncoraglio, dell’ufficio legale dell’ente, ed al professor Antonio Abate del foro di Catania.
Si va allo scontro finale, quindi. L’Asp, finora, ha fatto spallucce di fronte a tutte le lamentele e proteste di Ragusa, è andata avanti come se nulla fosse. È riuscita anche a superare, grazie al supporto della deputazione ragusana all’Ars (inspiegabile e ingiustificabile il comportamento dell’onorevole Nello Dipasquale, l’unico ragusano a Palermo), lo scoglio della verifica del governo. Adesso, però, è attesa da uno scoglio un po’ più complesso perché il Tar non potrà non notare che le leggi a cui il Piano sanitario si richiama sono applicate esattamente all’opposto di come previsto.
Proprio in vista di questo adempimento, nei giorni scorsi, il sindaco Piccitto aveva inviato al manager dell’Asp Maurizio Aricò una diffida formale a non procedere al trasferimento dei reparti da Ragusa a Modica per evitare, in caso di accoglimento del ricorso da parte del Tar, una doppia spesa a carico, ovviamente, dei cittadini. L’Asp non ha degnato la nota neanche di un cenno di riscontro, ma fino ad oggi non ha operato i trasferimenti che erano stati già messi in preventivo. Segno che qualche dubbio lo stesso Aricò lo coltivi nella sua mente. Chi è tranquillo e certo delle scelte operate, va avanti senza curarsi di diffide e altri atti. Il manager sembra aver stoppato la macchina. Aspettando, forse, che il Tar faccia conoscere il proprio pensiero.
«Come già annunciato – ha spiegato il sindaco Piccitto – l’amministrazione ha deciso di proporre ricorso al Tar Sicilia per l’annullamento parziale del decreto dell’assessorato regionale alla Salute e della deliberazione dell’Asp di Ragusa con particolare riferimento alle parti in cui si prevedono il trasferimento di alcune unità operative (semplici e complesse) dall’ospedale di Ragusa ad altri nosocomi della provincia o non prevedono delle unità operative laddove la normativa le dispone per gli ospedali di primo livello come quello di Ragusa». Piccitto ricorda che «il Piano aziendale provinciale di Ragusa si pone in contrasto con la normativa vigente, in particolare con le Linee guida indicate nel regolamento del ministero della Salute e con l’Accordo tra il ministro della Salute, ministro dell’Economia e Regione siciliana sulla “Riqualificazione e rifunzionalizzazione delle reti ospedaliere della Regione Siciliana».
Sullo sfondo di questo braccio di ferro c’è il nuovo ospedale di Ragusa, il “Giovanni Paolo II”, che è ormai in fase di completamento, dopo la pubblicazione delle ultime gare d’appalto per la sistemazione di diversi reparti. L’apertura del nosocomio è prevista per il 2017. Ma, in base alle previsioni dell’Atto aziendale dell’Asp, nascerà svuotato: le Unità operative semplici e complesse che dovrebbero renderlo, a tutti gli effetti, un nosocomio di primo livello, non sono più previste. Trasferite, nel frattempo, altrove; divise tra Modica e Vittoria. A tutto discapito proprio del “Giovanni Paolo II”, che era nato per essere baricentrico e facilmente raggiungibile da tutto il territorio provinciale.
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