L'ambasciatore italiano in Egitto, Maurizio Massari, ha lasciato il Cairo ed è rientrato in Italia, dove è stato richiamato per consultazioni dal ministro degli esteri Paolo Gentiloni in seguito agli sviluppi delle indagini sul caso Regeni. Fonti dello scalo della capitale egiziana - si apprende oggi - lo hanno visto passare i normali controlli di sicurezza. Massari, che è stato salutato da un funzionario dell'ambasciata, non ha rilasciato dichiarazioni.
Si acuisce la crisi diplomatica tra Italia ed Egitto sul caso Regeni.Il richiamo dell'ambasciatore italiano al Cairo è stato solo il primo passo dopo il fallimento del vertice romano tra i magistrati e l'Italia, ha fatto sapere il titolare della Farnesina Paolo Gentiloni, è pronta a prendere nuove misure nei prossimi giorni. Da parte sua, dopo 24 ore di attesa, il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ha espresso la propria "irritazione" in una telefonata con Gentiloni "per l'orientamento politico che l'Italia comincia a prendere nel trattare il dossier".
Per Il Cairo, la decisione di convocare l'ambasciatore è in contrasto con la collaborazione auspicata nell'inchiesta sulla morte del giovane ricercatore. A chiarire la linea di fermezza del governo italiano sul caso che sta incrinando i rapporti diplomatici tra Roma e Il Cairo era stato in mattinata proprio Gentiloni che, da Tokyo, aveva avvertito: "Ricordo sempre gli aggettivi che ho usato in Parlamento e cioè che adotteremo misure immediate e proporzionali. Questo ci siamo impegnati a fare e questo faremo". In particolare, aveva spiegato, sugli altri passi da compiere "lavoreremo nei prossimi giorni".
Rientra in Italia per consultazioni Maurizio Massari, l'ambasciatore in prima linea alla ricerca della verità sulla morte del giovane ricercatore italiano sin da quei maledetti giorni di gennaio. Con il diplomatico si valuteranno le misure più opportune per sbloccare una situazione che il governo, Renzi in primis, non vuole diventi un nuovo tormentone come quello dei marò. Al di là comunque dei toni alti, le diplomazie sono al lavoro per cercare qualche forma di dialogo e - malgrado il braccio di ferro tra i magistrati sui tabulati telefonici chiesti dagli italiani e negati dagli egiziani ("è una questione di diritti umani", ha fatto scrivere il ministero degli Esteri del Cairo nel comunicato di stasera) - si sta cercando di evitare di bruciarsi tutti i ponti alle spalle. Tanto che, trapela da fonti di stampa egiziane, nonostante l'irritazione Il Cairo esclude per il momento di richiamare a sua volta l'ambasciatore a Roma, proprio per evitare pericolose escalation.