Alea iacta est, il dado è tratto. I supercavi sottomarini di Terna hanno varcato, finalmente, il Rubicone che separa la Sicilia dal resto d’Italia. L’Isola e la Calabria dispongono di un originale “ponte sullo Stretto” che, pur non potendo trasportare auto, tir e treni, farà scorrere, da sud a nord e viceversa, milioni di megawatt. Energia a costi minori per imprese e famiglie. Il motivo? Si libererà capacità produttiva finora inutilizzata perché non esportabile.
L’elettrodotto Sorgente - Rizziconi, inserito ben 13 anni fa tra le opere strategiche nazionali, è stato realizzato in sei anni, tra stop e ripartenze. È il cammino impervio di tutti i grandi sogni tricolore, la cui valenza non viene spesso ben compresa dai Guelfi e Ghibellini sempre pronti a scendere in campo. Senza avere, tuttavia, competenze specifiche. Almeno questa, è stata una storia a lieto fine ed è arrivato il momento di guardare avanti, al futuro del nostro Meridione.
Lo abbiamo detto più volte: crisi come l’attuale si combattono con investimenti di sistema e le scarse risorse disponibili vanno concentrate su poche grandi idee. Basta elemosine per alimentare consenso elettorale. L’Italia, e a maggior ragione il Sud, devono puntare sullo sviluppo di lungo periodo, che passa dalle infrastrutture strategiche: strade, porti, aeroporti, ferrovie, rete elettrica, fibra ottica. Occorreranno miliardi di euro per superare l’immobilismo degli ultimi decenni e non può che scendere massicciamente in campo lo Stato. Nessun rimpianto per l’Iri di Alberto Beneduce e Raffaele Mattioli (forse), ma l’invito a una maggiore audacia nell’affrontare la sfida di una recessione che qualcuno, non a torto, ha definito secolare.
Il nuovo elettrodotto potrebbe dare una prima... scossa di sano ottimismo, giusto per cominciare. Chissà che un giorno, grazie a Snam e Terna - presidente Renzi, sono davvero poche le società strategiche rimaste in mani italiane! - Sicilia e Calabria non diventino l’hub “obbligato” per trasportare energia verde e gas dal Nordafrica all’Europa. Felice posizione geografica a parte - siamo al centro del Mediterraneo, il Nord di un Sud in rapida crescita - abbiamo la forza e l’ambizione per far ripartire l’Italia.
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