Oggi il premier Matteo Renzi tornerà in Calabria. A distanza di meno di un mese dall’inaugurazione del Museo nazionale di Reggio Calabria sarà a Favazzina, piccola frazione del Comune di Scilla, per inaugurare l’elettrodotto realizzato da Terna che unisce la Sicilia alla rete elettrica del continente. Un’opera faraonica che, come ha anticipato lo stesso presidente del Consiglio, rappresenta un ponte sullo Stretto «energetico», in attesa di quello per treni e auto. Il taglio del nastro dell’elettrodotto che collega Sorgente (lato Sicilia) e Rizziconi (lato Calabria) rappresenta un passo importante nella strategia energetica nazionale. Una tappa forse storica per le caratteristiche dell’impianto e, soprattutto, per la lunghezza dello stesso che unisce due regioni divise dal mare e appunto il titolo dell’iniziativa che si terrà oggi pomeriggio (la cerimonia è fissata per le 16,30 e saranno presenti anche i presidenti delle due Regioni: Oliverio e Crocetta) dato dalla stessa società è “L’energia che ci unisce”.
Unione per ora solo “energetica” guardando a quella futura della mobilità. Come si legge nella presentazione dell’evento di Terna «Il nuovo collegamento è il più imponente e rilevante intervento per la trasmissione dell’energia elettrica nel Sud Italia degli ultimi 10 anni. Un’opera fondamentale per tutto il sistema elettrico nazionale ed europeo, per la quale Terna ha realizzato uno degli investimenti più importanti della storia del Gruppo, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza e abbassare i costi per il sistema elettrico nazionale». Un investimento innovativo e ultratecnologico e per questo la presenza di Renzi è importante: Sicilia e Calabria cambiano passo e ospiteranno un’opera che tutto il mondo guarda con interesse e curiosità. Terna ha investito 700 milioni e il cantiere ha avuto ricadute sul piano occupazionale (si stima che per ogni giorno di attività siano stati impiegati circa 160 addetti). Matteo Renzi ha definito “egregio” il lavoro realizzato da Terna ed effettuerà oggi pomeriggio un sopralluogo aereo sulle sponde calabresi e siciliane per rendersi conto, di presenza, della maestosità degli interventi realizzati. La lunghezza complessiva del nuovo elettrodotto è di 105 chilometri complessivi di cui 38 in cavo sottomarino, il più lungo del genere in corrente alternata mai realizzato al mondo. Sono stati demoliti oltre 170 chilometri di linee aeree esistenti nelle province di Messina e Reggio Calabria, interrati 67 chilometri di linee a fronte della realizzazione di 82 chilometri di nuovi elettrodotti tecnologici ed efficienti. Il progetto, che dovrebbe essere già in funzione dalla mezzanotte di oggi e dovrebbe risolvere definitivamente i problemi di tenuta e sicurezza della rete elettrica siciliana, consentirà un risparmio dei costi dell'energia elettrica che oggi ammontano a circa 600 milioni l'anno. Questa quota pesa attualmente sulle bollette di tutti gli italiani e con l’entrata in esercizio dell’impianto i vantaggi dovrebbero arrivare nei prossimi mesi. La data di entrata in esercizio era stata fissata a fine del 2015, ma una serie di sequestri giudiziari ha rallentato l’iter. In ogni caso il ministero dello Sviluppo Economico aveva emesso un decreto con il quale aveva congelato i termini per completare l’opera in modo tale da non bloccare proprio alla fine uno degli investimenti più importanti realizzati da Terna nel Sud del Paese. Un progetto che addirittura è stato inserito nel Piano di Sviluppo della rete ben 13 anni addietro, nel 2003, dopo una serie di conferenze di servizi, incontri a Roma e il coinvolgimento delle due Regioni. Passano ben tre anni solo per le pratiche burocratiche di avvio del progetto; il 20 dicembre del 2006 c'è l’autorizzazione alla realizzazione dell’opera. Quindi si è giunti alle autorizzazioni paesaggistiche, analisi ambientali e marine. Nel 2010 l’ok definitivo alla costruzione e all’esercizio da parte del Mise, di concerto con il ministero dell'Ambiente. Da allora si va avanti tra proteste dei comitati ambientalisti (soprattutto nella sponda siciliana mentre in Calabria l’opera è stata realizzata senza problemi) e guai giudiziari, nei quali sono i finiti i vertici dell’azienda. Alla fine, però, l’opera - che tocca 13 comuni siciliani e 8 calabresi - è stata completata e può entrare in funzione. Oggi toccherà al capo dell’esecutivo tagliare simbolicamente il nastro di un progetto che apre una nuova stagione di politica energetica e che vede la Sicilia finalmente unita al resto del Paese, con la Calabria che farà da base di appoggio. Un’opera che ha impiegato ben 13 anni per essere completata e che adesso farà risparmiare soldi tutti gli italiani e garantirà alla Sicilia un servizio elettrico degno dei Paesi più avanzati.