Un container frigo in un camion della Croce Rossa che ha trasportato le salme delle 45 vittime, un lungo via vai di ambulanze per soccorrere chi stava male, volontari e medici (insieme alle forze dell'ordine) all'opera per ore sotto il sole e tante facce impaurite ma anche felici di avercela fatta. Sono queste le immagini dell'ultimo sbarco di migranti a Reggio Calabria. Una giornata triste soprattutto per il numero di vittime dell'ennesima tragedia del mare: 36 donne, 6 uomini e tre minori tra i quali anche un bimbo di appena otto mesi. Una giornata partita di buon mattino quando è arrivata nel porto di Reggio la nave militare "Vega" con a bordo 629 migranti e 45 corpi recuperati in mare a circa 40 miglia a largo delle coste libiche. I sopravvissuti, salvati grazie all'intervento del pattugliatore della Marina, sono 419 uomini, 138 donne (dodici quelle in gravidanza di cui tre all'ottavo mese) e 72 minori di varia nazionalità (Pakistan, Libia, Senegal Eritrea, Nigeria, Siria, Marocco e Somalia). Sono i superstiti di diversi viaggi della speranza. Alcuni stanno bene, altri sono sembrati molto provati. Soprattutto quelli salvati in occasione dell'intervento di mercoledì scorso quando la nave "Vega" ha intercettato un barcone che era quasi affondato. Oltre alle ferite riportate nei tentativi di salvarsi (gambe rotte, spalle lussate, escoriazioni, stato di disadratazione, ipotermia, scabbia) in molti hanno vissuto il dramma di perdere i familiari nei viaggi della speranza. La drammaticità dell'evento è stata raccontata anche dal comandante del pattugliatore, il tenente di vascello Raffaele Martino: «Abbiamo effettuato questo recupero a circa 40 miglia dalle coste libiche mentre eravamo impegnati nel dispositivo “Mare sicuro” della Marina Militare. Abbiamo raggiunto la zona per poter effettuare i primi soccorsi e recuperare i superstiti del naufragio. Cosa che abbiamo fatto. Successivamente abbiamo avviato le ricerche per il recupero delle persone annegate».
Le operazioni di sbarco sono andate avanti fino al pomeriggio; a prestare il primo soccorso e l'assistenza c'erano la Polizia di Stato, i carabinieri e la guardia di finanza, personale del Comune, della Provincia, della Capitaneria di porto, dell'Azienda ospedaliera Reggina, dell'Usmaf, della Croce Rossa, di Medici senza Frontiere, di Save the children. Presenti gli operatori del 118 e i volontari delle diverse associazioni presenti. I migranti arrivati al porto sani e salvi sono stati poi subito fatti salire su alcuni autobus e saranno trasportati nelle aree indicate dal piano di riparto predisposto dal ministero dell'Interno che prevede l'invio di 20 di loro in Basilicata, 125 in Campania, 25 nella Provincia autonoma di Bolzano, 100 in Friuli Venezia Giulia, 300 Lombardia mentre 34 rimarranno in Calabria. E nella triste giornata di dolore c'è anche una storia straziante. Un Marocchino, residente ormai da anni a Milano, si è precipitato a Reggio per cercare il nipote ventenne che doveva viaggiare in quei barconi ma il ragazzo non c’era e ora si teme il peggio. Dolore per quanto sta succedendo è stato espresso dal prefetto reggino, Claudio Sammartino, dal sindaco di Reggio Falcomatà. Il presidente del Consiglio regionale calabrese, Nicola Irto, ha disposto le bandiere a mezz’asta oggi nella sede istituzionale in segno di lutto.