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Calcioscommesse, la Procura chiede il giudizio di 63 indagati

Calcioscommesse, la Procura chiede il giudizio di 63 indagati

Sono sessantatre gli indagati per i quali il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Elio Romano, ha chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta “Dirty Soccer” che avrebbe portato alla luce, secondo l’accusa, una serie di “combine” messa in atto tra squadre di calcio di Serie B, Lega Pro, Cnd e nell’Eccellenza calabrese tra il 2014 e il 2015.

Inizialmente gli indagati erano ottantaquattro, cinquanta gli arrestati, più di trenta le partite sospette con ipotesi di reato che spaziano dall’associazione per delinquere alla frode in competizioni sportive passando anche per l’estorsione. Durante le indagini sono state sequestrate decine di tablet e smartphone con tanto di messaggi ritenuti compromettenti e chat sospette. Proprio per questo motivo era stato richiesto l’incidente probatorio che avrebbe dovuto fossilizzare e acquisire questi dati informatici. Ma l’eccezione di incompetenza territoriale sollevata al’inizio dell’udienza dal primo iscritto nel registro degli indagati, Antonio Ciccarone, ex direttore sportivo del Neapolis, aveva di fatto bloccato le procedure. Il giudice, nello scorso mese di maggio, aveva accolto l’eccezione dichiarandosi incompetente e rimandando gli atti al pubblico ministero Elio Romano. Tutti si sarebbero aspettati lo spostamento dell’inchiesta a Napoli.

Invece il sostituto procuratore della Repubblica, Elio Romano, ha deciso di stralciare tutte le posizioni dei reati commessi nel Napoletano (e quindi le posizioni di circa venti indagati tra i quali Ciccarone) lasciando le altre sessantatre a Catanzaro. Da qui l’emissione della richiesta di rinvio a giudizio. C’è da aggiungere che, dall’avviso di conclusione delle indagini preliminari, già due indagati hanno chiesto e ottenuto di patteggiare la pena con il pubblico ministero. Ora si attende solo di conoscere i dettagli delle posizioni che sono rimaste nel capoluogo calabrese, cosa che avverrà solo quando il gip fisserà la data della prima udienza e la comunicherà alle parti interessate.

L’inchiesta, come accennato, ha acceso i riflettori su un presunto giro di “combine” nei campionati di calcio di Serie B, Lega Pro, Cnd e nell’Eccellenza calabrese. Secondo l’accusa, una vera e propria organizzazione - con il contributo di giocatori, allenatori, dirigenti e direttori sportivi - avrebbe alterato alcuni match dei campionati di calcio con il duplice fine di far vincere il campionato di Serie D al Neapolis e di realizzare lucrose vincite con le scommesse. Al vertice del gruppo ci sarebbe stato, sempre secondo la Dda di Catanzaro, Pietro Iannazzo, consulente di mercato del Neapolis, ma soprattutto esponente di primo piano dell’omonima cosca di Lamezia Terme.

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