Il killer, ucciso dalla polizia, si chiama Omar Mateen, 29 anni, cittadino americano di origini afghane. Un profilo simile al killer di San Bernardino, originario del Pakistan, e ai fratelli autori dell'attentato alla maratona di Boston, le cui radici erano in Cecenia. E che sembra Omar abbia citato nella sua telefonata. Si tratta di giovani in tutto e per tutto integrati nella società americana. Almeno così sembrava.
Omar, nato a New York ed ex guardia giurata, viveva in una cittadina a quasi 200 chilometri dal luogo della mattanza, Fort Pierce. E in queste ore di febbrili indagini da parte dell'Fbi il confine tra l'atto di un folle che odiava i gay e quello di un 'lupo solitario' radicalizzatosi all'Islam è ancora labile. Certo è che il killer era noto al Bureau: l'Fbi indagò due volte su di lui per terrorismo (e due volte fu interrogato, nel 2013 e nel 2014). Ma anche se fu inserito in una lista di presunti 'simpatizzanti' dell'Isis, le indagini non proseguirono, ha confermato stasera Ronald Hopper, un agente speciale dell'Fbi. "Il movente religioso non c'entra nulla, ha visto due gay che si baciavano a Miami un paio di mesi fa ed era molto arrabbiato", ha giurato invece il padre del killer. Che poi però si è scoperto essere un sostenitore dei talebani afghani: "I nostri fratelli del Waziristan, i nostri guerrieri nel movimento e i talebani dell'Afghanistan stanno risollevandosi", arringa Mir Seddique Mateen in un video su YouTube.