Non solo smartphone e pc, ci sono anche i termostati presi in ostaggio da cybercriminali e pure i dispensatori di croccantini per Fido e Micio: la quantità di dispositivi "connessi" dentro casa cresce e di pari passo aumenta anche il rischio di violazione da parte degli hacker.
L'ultima frontiera dell'Internet delle cose ha un fattore di preoccupazione in più: la propria intimità sessuale. Già perché anche i vibratori sono diventati "smart" e finiti nel mirino di criminali online.
La segnalazione arriva dalla conferenza Def Con di Las Vegas dove due hacker indipendenti neozelandesi hanno dimostrato che un noto vibratore "smart" manda diversi dati intimi alla casa madre, la canadese Standard Innovation. Ma non solo. L'oggetto del piacere,riporta il Guardian, può essere attivato a distanza ed eventuali intrusi possono scoprire informazioni personali, ad esempio quante volte viene usato, per quanto tempo, etc.
A finire sotto i riflettori è il sex toy "We-Vibe 4 Plu", comprato da 2 milioni di persone, che si collega con lo smartphone via bluetooth e può essere azionato a distanza tramite app. Questo dispositivo, hanno rivelato gli hacker, manda dati sulla sua temperatura al produttore ogni minuto e segnala anche ogni variazione impostata nel livello di vibrazione.
La compagnia canadese ha fatto sapere che raccoglie i dati per "ricerche di mercato". Tuttavia gli hacker tramite il sistema di comunicazione del dispositivo con l'app sono riusciti a controllarlo a distanza, senza esserne i titolari. Dall'app si poteva anche risalire al numero di telefono di casa del proprietario.