Matteo Renzi rilancia il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Per l’annuncio sceglie Milano e la festa per i 110 anni del gruppo Salini-Impregilo alla Triennale, davanti ad una platea di imprenditori e lo stesso numero uno Pietro Salini, che da General Contractor (controlla Eurolink al 49%) si è visto scivolare di mano l’opera nel 2012, sotto il governo Monti, che aveva stanziato 300 milioni per le penali da pagare per la mancata realizzazione.
Con il rilancio di ieri Renzi si rivolge sia agli imprenditori, a cui chiede di «tornare a progettare il futuro», sia al Mezzogiorno, con la promessa di «creare 100mila posti di lavoro». Subito gli fa eco l’ex-ministro Maurizio Lupi, che ha annunciato che chiederà alla Commissione Capigruppo della Camera di «iscrivere la proposta di legge sul Ponte sullo Stretto nel calendario dei prossimi tre mesi».
«Bene Renzi sul Ponte sullo Stretto. Area Popolare chiederà immediata calendarizzazione del nostro ddl sblocca-ponte". Così il ministro dell’Interno, Angelino Alfano su twitter.
Ma scatta la polemica, e non solo con le opposizioni. «Non è una priorità, prima bisogna mettere in sicurezza i cittadini colpiti dal terremoto», attacca la presidente della Camera Laura Boldrini. Ironizza Renato Schifani (FI): «Renzi ora promette mare e ponti». Possibilista invece il presidente della Commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi: «Se Renzi vuole davvero riprendere il grande progetto del ponte sullo stretto che fu di Craxi e Berlusconi, fa una cosa buona e giusta. Picchia duro Beppe Grillo: «Il Menomato Morale oggi ha detto che è pronto ad aprire i cordoni della borsa (di soldi pubblici dei cittadini) per far ripartire il progetto del Ponte sullo Stretto, un’opera costosissima, inutile e in piena zona sismica - ha scritto sul suo blog -. M5S è riuscito, grazie a Virginia Raggi, a bloccare le irresponsabili Olimpiadi del 2024 a Roma, ma non siamo ancora riusciti a frenare gli appetiti malsani di chi vuole fare a tutti i costi grandi opere inutili con i soldi dei cittadini».
Pietro Salini, è «pronto a ripartire domani» e si dice sicuro di poter «completare i l’opera in 6 anni». Già nel 2014 Salini aveva lanciato i primi segnali a Renzi, dicendosi disposto a rinunciare alle penali in cambio di una modifica della rotta del Governo sul ponte. Un altro segnale è giunto da Vittorio Armani, presidente dell’Anas, titolare della società in liquidazione Stretto di Messina: «Siamo pronti a riavviare l’opera - ha detto all’ANSA -, soprattutto ora che a dicembre sarà terminata la Salerno-Reggio Calabria».
Il presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, si è limitato a dire: «i rischi di infiltrazioni non possono fermare le opere pubbliche».