Venerdì 15 Novembre 2024

L'Europa ricuce con l'Italia

L'Europa ricuce con l'Italia

La portavoce Mina Andreeva spiega: "Le azioni sono più eloquenti delle parole e non c'è bisogno che vi ricordi il sostegno che la Commissione europea ha dato all'Italia per il terremoto e la crisi dei profughi".

Ma ancora oggi il premier italiano Renzi è tornato a criticare l'Ue sottolineando che "il tempo dei diktat è finito" e rilanciando l'idea di un'Italia "forte, che non va in Europa a farsi spiegare quello che deve fare, ma porta in Europa le sue idee e i suoi valori". 

"Smettiamo di dirci 'ce lo chiede l'Europa' e cominciamo noi a dire cosa vogliamo - ha detto rivolto ad un gruppo di sindaci dell'Astigiano incontrati questa mattina - Non possiamo essere il salvadanaio di Paesi che reclamano solidarietà solo quando c'è da prendere e non da dare". 

Juncker, che ieri se l'era già presa con il Governo di Roma colpevole di accusare a "a torto" la Commissione di reiterare l'austerità del passato, dicendo di "fregarsene" delle posizioni di Renzi, anche oggi è tornato sull'argomento rimarcando che "non siamo una banda di tecnocrati e di burocrati", rivendicando la dimensione "politica" della Commissione europea da lui presieduta e sottolineando l'importanza di "guardare la realtà degli Stati membri" nell'interpretazione e applicazione del Patto di stabilità con la necessaria flessibilità, anche se non bisogna "tradire i principi del Patto, che comunque funziona".

Nella discussione si è introdotto anche il ministro dello sviluppo Calenda da parte sua commenta: "Ho sentito il gabinetto Juncker e loro la battuta la riferiscono all'accusa di essere a favore dell'austerita' e quindi non verso l'Italia, ma resta infelice, anzi infelicissima. Quello che mi ha colpito di piu' rispetto al 'me ne frego' e' che Juncker abbia citato una serie di numeri sul deficit italiano assolutamente sbagliati e un portavoce dice che ha improvvisato, il che lascia qualche preoccupazione".

Nel mezzo, il commissario Moscovici e il ministro dell'economia Padoan ieri hanno tentato, in un ennesimo bilaterale dopo l'Eurogruppo, di avvicinare le posizioni prima del giudizio europeo sulla stabilità 2017 in arrivo la prossima settimana. Moscovici ha cercato a fine giornata di sminare il terreno su cui si muove il confronto tra Roma e Bruxelles, spiegando che  non c'era alcun intento aggressivo di Juncker, solo una risposta diretta a commenti altrettanto diretti giunti dall'Italia.

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