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Trump è il nuovo presidente

Trump verso la vittoria Shock tra i fan di Clinton

Donald Trump, 70 anni, e' stato eletto 45/mo presidente degli Stati Uniti. 

"E' una notte meravigliosa per gli Stati Uniti", ha detto alla Bbc Curtis Ellis, consigliere di alto livello di Trump. "E' una notte bellissima per tutte le persone nel mondo". I sostenitori di Hillary Clinton sono invece sotto shock, al Javits Center è calato il gelo dopo i risultati che tracciano la strada aperta per Trump verso la Casa Bianca. Così anche se il motto degli ultimi minuti è "it's not over until it's over" (non è finita fino a quando non è finita davvero), in diversi hanno lasciato il centro congressi senza nemmeno aspettare l'arrivo della candidata democratica, né gli ultimissimi risultati. Il tycoon è avanti di oltre di un milione di consensi nel voto popolare rispetto a Clinton che nell'ultima ora si è aggiudicata il Nevada, salendo a 215 grandi elettori. Ma Trump è già a quota 255, vicinissimo alla soglia dei 270 che apre le porte della Casa Bianca. Mancano ancora una manciata di Stati da scrutinare, tra cui il Michigan (16) e la Pennsylvania (20). Intanto continua a crollare Wall Street. I future sullo S&P 500 perdono il 5%. In forte calo anche il Nasdaq che cede il 5%. Cede anche Hong Kong a -2,82%. E a meno di un'ora dalla chiusura di Borsa, a Tokyo l'indice Nikkei cede oltre il 5,50%, scendendo a quota 16,214.78 con una perdita di 950 punti. E nell'election day torna la pena di morte in Nebraska. Gli elettori hanno votato a favore del ripristino della pena capitale nello Stato, dove il boia non colpisce dal 1997, respingendo la decisione dello scorso anno di sospenderla. Infine, Massachusetts e California hanno dato il via libera alla legalizzazione della marijuana per uso ricreativo.

Dopo la Brexit, arriva il ciclone Donald Trump. L'inimmaginabile diventa realtà e il tycoon di New York - disprezzato e sottovalutato da stampa e analisti - diventa il nuovo comandante in capo dell'unica super potenza rimasta al mondo. La rabbia e il malessere trasversali che pervadono le società occidentali hanno colpito anche in America dopo aver destabilizzato mezza Europa. La profonda crisi economica, diventata prima crisi sociale e poi crisi culturale e di identità, produce una pagina di storia che lascerà il segno e che cambierà i destini degli Stati Uniti e, di conseguenza, del mondo intero che vive sulla propria pelle le nefaste conseguenze - dopo averne lodato gli aspetti positivi - di una globalizzazione che ha spazzato via la classe media occidentale. Donald Trump diventa presidente degli Usa grazie ai voti di chi si sente escluso dalla società e ritiene di non aver trovato risposte adeguate dalla politica tradizionale, di chi, nel Paese delle opportunità e del 'sogno americano', non riesce più a intravedere una strada per il futuro. Il rifugio nei populismi e negli slogan anti-sistema arriva anche negli Stati Uniti così come è, da tempo, arrivato in Europa dove i partiti anti Bruxelles continuano ad avanzare ad ogni appuntamento elettorale. In America sono stati i colletti blu e gli operai della rust belt, in buona parte senza più un lavoro, ma anche cittadini stanchi e disorientati da un ripresa economica che non incide in maniera significativa nelle loro vite a decidere la vittoria di Trump al termine della più brutta e cattiva campagna elettorale di tutti i tempi. Sono gli uomini e le donne che si sono sentiti dimenticati e trascurati dalla campagna elettorale della candidata democratica. Al contrario, Trump ha attraversato in lungo e in largo proprio quegli Stati dove la crisi economica morde ancora e dove l'inquietudine e la rabbia sono i sentimenti più diffusi nei confronti della politica. Il partito democratico e Hillary Clinton hanno compiuto molti errori. Lei è rimasta algida e lontana dal cuore dei suoi elettori che, in gran parte, l'hanno votata ritenendola semplicemente il 'male minore'. Clinton non è stata capace di fuggire dalle trappole di Trump che l'ha costretta ad una battaglia elettorale di bassissimo livello, con pochi contenuti e molti insulti. Adesso Trump dovrà valutare in quale modo mantenere le tante promesse fatte durante la campagna elettorale. Alcune sembrano francamente irrealizzabili, ma se la Brexit e le elezioni americane insegnano qualcosa è che il mondo ha cambiato tempi e velocità e che quello che ieri, nel bene e nel male, sembrava impossibile oggi forse non lo è più. Trump dichiarerà davvero una guerra commerciale alla Cina? Stringerà rapporti forti con la Russia di Vladimir Putin? Costruirà un muro al confine messicano cacciando tutti i clandestini? Costringerà gli alleati europei a pagare di più per la difesa collettiva della Nato? Queste sono le domande che il mondo si pone nel giorno che ha cambiato la storia degli Stati Uniti e del mondo intero e che apre la nuova imprevedibile era di Donald Trump.

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