Istituzione di una Giornata mondiale dei poveri; resta facoltà ai preti di assolvere quanti hanno procurato aborto; resta "fino a nuove disposizioni" la facoltà di concedere l'assoluzione ai lefebvriani; istituzione di una giornata del perdono, nella IV domenica di quaresima; nuove opere per esprimere la "misericordia come valore sociale"; ogni diocesi scelga una domenica da dedicare a Bibbia e lectio divina. Queste le decisioni del Papa nella "Misericordia et misera", lettera che conclude il giubileo. "Ai sacerdoti - scrive inoltre il Papa nella "Misericordia et misera", la lettera che pubblica oggi come riflessione e manifesto di intenti a conclusione del giubileo della misericordia - rinnovo l'invito a prepararsi con grande cura al ministero della Confessione, che è una vera missione sacerdotale. Vi ringrazio sentitamente - prosegue papa Bergoglio - per il vostro servizio e vi chiedo di essere accoglienti con tutti; testimoni della tenerezza paterna nonostante la gravità del peccato; solleciti nell'aiutare a riflettere sul male commesso; chiari nel presentare i principi morali; disponibili ad accompagnare i fedeli nel percorso penitenziale, mantenendo il loro passo con pazienza; lungimiranti nel discernimento di ogni singolo caso; generosi nel dispensare il perdono di Dio. Come Gesù davanti alla donna adultera scelse di rimanere in silenzio per salvarla dalla condanna a morte, - suggerisce papa Francesco - così anche il sacerdote nel confessionale sia magnanimo di cuore, sapendo che ogni penitente lo richiama alla sua stessa condizione personale: peccatore, ma ministro di misericordia". Prima di introdurre le disposizioni che prolungano a dopo il giubileo la possibilità che i semplici preti assolvano "quanti hanno procurato peccato di aborto" e che prolungano la possibilità di concedere la assoluzione ai membri della Fraternità San Pio X (lefebrviani, ndr), il Papa insiste: "Noi confessori abbiamo esperienza di tante conversioni che si manifestano sotto i nostri occhi. Sentiamo, quindi, la responsabilità di gesti e parole che possano giungere nel profondo del cuore del penitente, perché scopra la vicinanza e la tenerezza della Padre che perdona. Non vanifichiamo - raccomanda papa Francesco - questi momenti con comportamenti che possano contraddire l'esperienza della misericordia che viene ricercata. Aiutiamo, piuttosto, a illuminare lo spazio della coscienza personale con l'amore infinito di Dio". (ANSA)