"Rocco Schiavone va in Germania, chissà come si chiamerà, 'Rocchen Schiavonen?". Con una battuta Antonio Manzini, il 'padre' del vice questore romano trasferito ad Aosta, ha annunciato lo sbarco all'estero della fiction che su Raidue ha superato il 15% di share. Un successo per "un prodotto che la Rai non aveva mai fatto", ha aggiunto Manzini, e che dimostra la necessità di lasciar liberi gli autori di "esprimersi al loro meglio". Infatti il servizio pubblico "non ha quasi mai messo bocca, se non per aiutare e per essere consigliere in meglio". "Con l'ingresso di Sky, con Netflix, con quest'ondata di serie non solo americane", secondo lo sceneggiatore di Rocco Schiavone, Maurizio Careddu, "forse per noi è arrivato il momento" di poter "osare e guardare al mercato internazionale". "Quello televisivo è un mondo molto aperto. Gli americani comprano serie dappertutto", quindi "è una possibilità nostra di esportare i prodotti nostri e portare le nostre cose fuori, non solo continuare a comprare dall'estero".
Dopo i sei episodi dell'autunno 2016, Rocco Schiavone "probabilmente" tornerà in televisione. Lo ha detto all'ANSA Antonio Manzini, il creatore del vice questore romano trasferito per punizione ad Aosta. "I tempi non li so, non sono in grado di dirlo, però probabilmente sì", anche i prossimi romanzi avranno una trasposizione nella fiction, ha spiegato. Autore dei libri e sceneggiatore della fiction in onda su Raidue, Manzini ha ricordato: "C'è un romanzo fuori ancora", 7-7-2007, ma "uno è un po' poco, bisogna averne un po' di più, staremo a vedere, non lo so". Nel corso di una conferenza stampa organizzata in occasione del ventennale della biblioteca regionale di Aosta, dove ha incontrato il pubblico dei suoi lettori al teatro Splendor, Manzini ha poi aggiunto: "Io adesso quello che penso è che devo scrivere un libro, poi cosa succederà alla serie mi riguarda in seconda battuta, di meno, penso più che altro al libro in questo momento".
"Rocco Schiavone non è un esempio, non lo è mai. Fa delle cose orribili e fa delle cose bellissime". Antonio Manzini, il creatore del vice questore romano trasferito ad Aosta, risponde indirettamente alle critiche rivolte alla trasposizione televisiva dei suoi libri, anche dal senatore Maurizio Gasparri e dal Sap. Autore dei romanzi e sceneggiatore della fiction di Raidue, Manzini ha spiegato: "E' proprio nella contraddizione di questo personaggio che c'è la cosiddetta fiction che ti dice, questo è un personaggio pieno di problemi, zone d'ombra e zone di luce. Non è un eroe". L'occasione è stata una serata al teatro Splendor di Aosta per il ventennale della biblioteca regionale. "Se ti piace - ha sottolineato - lo guardi, criticalo anche, perché se lo merita. Amalo anche, perché se lo merita. In realtà è quello che c'è nei libri. Però tu mi dici, non li legge nessuno, è vero. Ma se uno va in televisione non è un esempio. Altrimenti - ha ironizzato - saremmo tutti come Bruno Vespa, no?".
Caricamento commenti
Commenta la notizia