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M5S "commissaria" la giunta Raggi

M5S "commissaria" la giunta Raggi

"Daniele Frongia ha deciso di rinunciare al ruolo di vicesindaco mantenendo le deleghe alle Politiche giovanili e allo Sport. Contestualmente Salvatore Romeo ha deciso di dimettersi dall’incarico di capo della Segreteria politica". Lo scrive il sindaco di Roma Virginia Raggi in un post sul blog di Beppe grillo. "Al contempo a breve avvieremo una nuova due diligence su tutti gli atti già varati" scrive il sindaco dopo un post dello stesso Grillo in cui si annuncia che la Raggi resterà sindaco del M5s a Roma.

Se Raffaele Marra era il «sindaco ombra», Salvatore Romeo per i corridoi di palazzo Senatorio è "il vero capo di gabinetto». Ufficialmente è il capo della segreteria di Virginia Raggi e, su questa promozione che gli ha fatto triplicare lo stipendio e arrivata dopo un pasticcio burocratico che lo ha visto in aspettativa e poi riassunto, la Procura di Roma indaga. Un’inchiesta che potrebbe mettere nei guai la stessa sindaca che ha voluto strenuamente seguire una procedura anomala pur di avere Romeo a capo della segreteria, come ieri ha ribadito l’ex capo dell’avvocatura Rodolfo Murra ai pm. Una decisione che ora potrebbe portarla a finire sul registro degli indagati per abuso d’ufficio.
Diverso e complementare a Raffaele Marra, più esuberante e avvezzo al potere, Salvatore Romeo, 51 anni, laurea in Economia
e funzionario del Campidoglio dal 1999, è un attivista M5S. Lo si ricorda a riunioni, nei meet up, manifestazioni, insomma è
uno «di loro». E’ stato anche consulente Cgil e nel curriculum vanta master e corsi di specializzazione. E come Marra diventa
uno dei dioscuri di Virginia, sempre pronto ad assisterla e 'scortarlà persino sui tetti di Palazzo Senatorio come
testimoniò una foto scattata mesi fa che fece il giro del web.
"Mangiavamo un panino in pace, da lì c'è una vista spettacolare», chiosò il funzionario.
L’amicizia tra Romeo e Raggi ed il vicesindaco Daniele Frongia, ora nel mirino dei falchi pentastellati, nasce durante la giunta Marino quando gli M5S sono uno sparuto gruppo di opposizione. Entrati come neofiti i pentastellati cercano di
appoggiarsi a chi di burocrazia capitolina ne capisce e Romeo e Marra, uno funzionario e l’altro dirigente, sembrano perfetti.
In particolare Romeo è un esperto di gestione di aziende in house, ovvero le partecipate capitoline, che tanti problemi
causano alle casse ma anche agli utenti. Dunque quando Raggi diventa sindaca è naturale pensi a Romeo, Marra e Frongia per il suo «inner circle». In particolare Romeo è scelto per ricoprire il delicato posto di capo della segreteria, ruolo politico e
tecnico, una sorta di cerniera tra il movimento e la burocrazia capitolina. Sarà per questo che gli viene triplicato lo
stipendio, da 37mila a circa 120 mila, e per promuoverlo viene adottata una procedura «spericolata": aspettativa e riassunzione con contratto a tempo determinato.

Anche l’Anac di Cantone rintraccia profili di «illegittimità» e su questo iter si sostanzia lo scontro con l’ex capo di gabinetto Carla Raineri che censura la prassi: «Romeo era già dipendente del Campidoglio e non poteva essere posto in aspettativa e nel contempo assunto dal medesimo ente locale» e poi porta tutto in procura. Scoppia la polemica, la sindaco è pressata, Romeo in un’intervista sul Corriere della Sera ammette «ci sono stati errori formali, era agosto, il caldo..». E così lo stipendio viene abbassato a circa 90 mila euro ma non si abbassano le polemiche nell’M5s che stigmatizza la storia dello stipendio triplicato, loro che del taglio agli stipendi hanno fatto una bandiera. La guerra ai pretoriani della Raggi è dichiarata. Ora la resa dei conti: con Marra in carcere chiedono la testa di Romeo e Frongia. O si va tutti a casa.

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