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Il sangue freddo
di Luca Scatà

Il sangue freddo di Luca Scatà

Ad uccidere il terrorista Anis Amri è stato un agente in prova al Commissariato di Sesto San Giovanni. Si chiama Luca Scatà, ha 29 anni. E' originario di Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa. E' nato il 24 agosto del 1987.

Ha studiato al liceo del suo paese, poi dopo due anni di Ingegneria Informatica a Catania, nel 2011 ha fatto un anno di servizio volontario nell'Esercito. Successivamente ha superato il concorso in polizia e attendeva l'assegnazione definitiva. Il padre, Giuseppe, è dipendente comunale, la madre casalinga e ha una sorella di 26 anni, laureata in Psicologia.

"Per l'operazione di stanotte voglio ringraziare polizia, Carabinieri, finanza, forze armate, intelligence, cioè gli uomini e le donne dei nostri apparati di sicurezza impegnati in queste ore e di cui l'Italia è davvero fiera. Una gratitudine speciale va al giovane agente in prova Cristian Novio rimasto ferito e al suo collega Luca Scatà, agenti che hanno mostrato coraggio e capacità professionali notevoli". Lo dichiara il premier Paolo Gentiloni.

"Noi guardiano a questi due ragazzi come persone straordinarie, di giovanissima età, che facendo semplicemente il loro dovere hanno reso un servizio straordinario alla comunità. Penso sinceramente di poter interpretare il sentimento del nostro Paese nel dire loro che l'Italia è a loro grata": così il ministro dell'Interno, Marco Minniti, nella conferenza stampa al Viminale, parlando dei due poliziotti protagonisti dell'uccisione del killer di Berlino, Cristian Movio e Luca Scatà.

"Ringrazio Dio che sia vivo. E' un ragazzo coraggioso e ha fatto il suo dovere". Lo dice Giuseppe Scatà, dipendente comunale di Canicattini Bagni (Sr), il padre di Luca Scatà, l'agente di polizia coinvolto nella sparatoria in cui è rimasto ucciso il tunisino accusato della strage di Berlino. "Quando l'abbiamo sentito al telefono stamattina presto - racconta - non sapeva ancora che il ragazzo morto fosse l'attentatore".

"Ho sentito Luca questa mattina presto. Mi ha chiamato per tranquillizzarmi temendo che avessi sentito alla tv della sparatoria e che fossi preoccupata. Mi ha detto che stava bene". Parla la madre di Luca Scatà, l'agente di polizia che ha sparato al tunisino accusato della strage di Berlino. "La polizia è sempre stata il suo sogno - spiega - Noi eravamo preoccupati ma l'abbiamo assecondato. Luca è forte e determinato e noi ne siamo orgogliosi".

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