Lasciare il gruppo euroscettico di Farage ed entrare nell’Alde, il gruppo europeista e liberale di Guy Verhofstadt. E’ l’inversione di marcia che Beppe Grillo propone al M5s nel Parlamento Ue. Una svolta che coglie di sorpresa gli eurodeputati grillini e viene sottoposta al voto on-line degli iscritti senza preavviso, con un post del leader alle 10 di domenica mattina. Grillo la spiega come una mossa tattica, dopo la Brexit, nel tentativo di contare di più in Ue: M5s manterrà «totale libertà di voto», scrive in grassetto. Ma i Cinque stelle si spaccano: «Meglio soli che male accompagnati e un pò ipocriti», guida il dissenso Carlo Sibilia. A metà della legislatura europea, quando si ridiscutono le cariche, Grillo propone la sua mossa a sorpresa. Una scelta di cui «tutti gli eurodeputati», assicura Marco Affronte, erano all’oscuro. E che il leader M5s non avrebbe concordato neanche con i parlamentari italiani, tanto da far 'insorgerè molti di loro nella chat interna al Movimento. Agli iscritti on-line, che potranno votare fino alle 12 di lunedì, propone tre alternative. Si può restare nel gruppo Efdd, che al momento il fedelissimo del leader David Borrelli co-presiede con Farage: ma la scelta è sconsigliata, fa capire, perché dopo la Brexit l’Ukip si prepara
a dire addio all’Ue e dunque il gruppo «non avrà interesse a portare a casa risultati concreti». La seconda alternativa è unirsi ai «non iscritti», il gruppo misto europeo, e perdere una serie di prerogative, sia in termini di «diritto di parola», sia in fondi «da spendere sul territorio». Perciò Grillo caldeggia (dopo il no ricevuto dai Verdi) la terza via: entrare nell’Alleanza dei liberali e democratici, con un accordo di "autonomia di voto». Alde, spiega Grillo, diverrebbe il terzo gruppo del Parlamento Ue e questo darebbe anche a M5s più peso da «ago della bilancia». Intanto, assicura, M5s lavorerà a una "nuova identità europea": il «Direct Democracy Movement». Dopo il verdetto del web, Grillo già domani potrebbe essere a Bruxelles con Davide Casaleggio a incontrare gli eurodeputati e sigillare l’accordo con Verhofstadt. «Sarebbe completamente illogico per i 5 stelle unirsi al gruppo più eurofanatico», dice però Nigel Farage, che scommette sul fallimento dell’operazione e spiega di avere contattato Grillo oggi per congratularsi «per le posizioni sempre più dure su euro e migranti». La distanza tra M5s e Alde è del resto testimoniata da due documenti che circolano sul Web: Verhofstad nel 2014 dichiara il programma M5s "completamente incompatibile» con l’agenda dell’Alde; nel luglio 2015 M5s colloca Verhofstad tra gli «impresentabili». Grillo non si cura però del fatto che Alde, con cui correva nel 2014 Scelta civica, darebbe al Movimento una casa meno euroscettica. La linea Cinque stelle non cambierà, afferma l'eurodeputato Ignazio Corrao, perché «aderire a un gruppo non significa fare un’alleanza politica». Ma alcuni M5s, a iniziare dall’ex membro del direttorio Carlo Sibilia (Di Maio e Di Battista si limitano a rilanciare il post di Grillo) e dal senatore Nicola Morra, escono allo scoperto per dire che sarebbe "ipocrita» passare al fianco di chi sostiene il Ttip e difende l'euro, due temi su cui M5s è sempre stato fortemente critico. Riccardo Nuti, che al momento è sospeso da M5s, ipotizza che la scelta sia fatta per ottenere «qualche poltrona», dal momento che Alde aveva posto il veto su incarichi per i Cinque stelle. Qualunque sia, domani, il responso del voto on-line (la chiusura delle 'urnè è prevista per mezzogiorno), la scelta agita la base sul web e i gruppi M5s, all’inizio di una settimana che si annuncia delicata anche sul fronte Campidoglio. Casaleggio sarà a Roma martedì all’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari. Intanto, gli altri partiti attaccano. Matteo Salvini parla di un «voltafaccia a favore di euro e immigrazione» compiuto per ottenere «poltrone». E il Pd con Debora Serracchiani incalza: «Da Farage a Alde, da No a Si euro: Grillo mobilita le folle del web come Benito a piazza Venezia. Tutti applaudono decisioni già prese». (ANSA)