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Wawrinka, emozioni a Melbourne
«Qui è cominciata la mia favola»

Wawrinka, emozioni a Melbourne«Qui è cominciata la mia favola»

Ancora poche ore di attesa e nella notte italiana si alzerà il sipario sul primo Slam di un 2017 che si annuncia entusiasmante. Tanti i motivi di interesse: l'appassionante lotta per il trono tra Murray e Djokovic; l'atteso rientro dell’inarrivabile Federer, che a 35 anni non ha nessuna intenzione di smettere ed è capace di richiamare 8000 persone sulle tribune per un semplice allenamento; il forte desiderio di ripartire e lasciare il segno di Nadal; la grande voglia di stupire ancora di Wawrinka. Già, Wawrinka, lo svizzero entrato in punta di piedi nell'empireo del tennis, vincendo tre Slam differenti in tre anni (solo Djokovic, se consideriamo le ultime quattro stagioni, ha fatto meglio con 7 trionfi). Proprio da Melbourne nel 2014 iniziò la favola del 31enne di Losanna che alla vigilia dell'esordio (domattina in Italia contro il temibile slovacco Martin Klizan, n.35 Atp) ci ha rilasciato una lunga intervista.

– Buongiorno Wawrinka. La stagione è partita con le semifinali a Brisbane e adesso l'adrenalina sale per gli Open d'Australia: il sogno ricomincia lì dov'è iniziata la sua strepitosa ascesa.

«Mi fa sempre piacere tornare a Melbourne. In generale il mio livello di gioco è stato buono a Brisbane e sono soddisfatto. Ho avuto un paio di partite difficili e ho cominciato a giocare meglio in ogni match. Mi sono preparato con grande intensità e concentrazione per essere pronto per gli Australian Open, che rimane uno dei miei tornei preferiti. Il tabellone? So quello che mi attende, ma la mia attenzione è focalizzata soprattutto sul primo turno con Klizan».

– Tre Slam differenti in tre anni: una favola.

«Grazie! Sì, mi sembra ancora un sogno. Anzi, a dire il vero non l’ho mai neppure sognato e sono molto orgoglioso di quello che ho realizzato nella mia carriera».

– Un ricordo, un momento dei tre trionfi che le rimarrà sempre nel cuore: Australia, Parigi e Flushing Meadows.

«Difficile scegliere, ho avuto tanti momenti speciali. Ogni vittoria è stata diversa, non si possono confrontare. La prima sarà per sempre unica. Parigi è stata fantastica, c'era la mia famiglia e anche molti amici mentre, ovviamente, New York non me l'aspettavo. Non ho cominciato bene, ero stressato ma ho finito ancora con un’altra grande affermazione».

– Giocare meglio i tornei Masters 1000 è uno degli obiettivi del 2017.

«Sicuramente! Sono tutti grandi eventi e non sono stato costante la stagione scorsa. Su questo aspetto ho lavorato in profondità con il mio coach e stavolta spero di centrare buoni risultati».

– Con una maggiore continuità di rendimento, lei con quel fantastico rovescio e i miglioramenti compiuti sotto il profilo fisico, tecnico e in tutte le zone del campo, potrebbe essere imbattibile. È una mia convinzione.

«Sarebbe bello! Ma so che devo essere sempre al mio massimo per raggiungere grandi traguardi. Si può sempre migliorare, ogni giorno vado in campo e lavoro sul mio tennis, perché sono consapevole che il duro impegno è l’unica strada che porta al successo. E certamente ho bisogno di essere più regolare. Per esempio giocatori come Novak Djokovic o Andy Murray si esprimono al top in ogni torneo, sono impressionanti».

– Stan, mi parla del legame tecnico, umano e di amicizia che si è creato con lo svedese Magnus Norman, nel 2016 premiato dall'Atp come il “coach of the year”.

«Sono veramente contento della nostra collaborazione. Ormai ci conosciamo bene. Io non sono sempre facile e Magnus comprende al volo come lavorare con me e il resto del team. Lui è stato un grande tennista, ha giocato sui campi centrali più prestigiosi, ha disputato una finale di Slam e in passato ho ammirato come allenava Robin Söderling. Ci capiamo bene dentro e fuori dal campo e lui sa cogliere quando è il momento giusto per discutere di qualcosa o insistere su un particolare».

– Il suo amico Djokovic a Doha ha subito dimostrato che è pronto a riprendersi il numero 1, tornando a incantare.

«Sì, è vero e molte persone nell'ambiente se lo aspettavano. Io non mi sono sorpreso per niente, lui ha tutto ed è già estremamente in forma e pericoloso. Sono sicuro che vedremo da Nole tante belle cose e la conquista di altri importanti titoli».

–Murray ha dominato la seconda metà del 2016: sarà in grado di ripetersi?

«Potrebbe. Andy ha giocato benissimo su tutte le superfici l’anno scorso. È stato solido e continuo e oggi è già in ottima condizione. Quando si affronteranno lui e Djokovic sono sicuro che assisteremo sempre a grandi battaglie e sarà interessante seguirle».

– Nel 2017, dopo il lungo periodo di stop, come vede il rientro di Roger Federer e Rafa Nadal?

«Sono ancora due tra i migliori giocatori del circuito e in qualsiasi momento possono battere chiunque. Mi sono allenato con Roger, sta già giocando molto bene ed è in eccellente forma fisica. Non vedo l’ora di ammirarlo di nuovo in campo in un torneo dello Slam, perché è mancato a tutti. Nadal non è stato fuori così a lungo come Federer e ha giocato molto bene nel 2016, non dimentichiamolo. Sono sicuro che andrà forte anche quest’anno perché Rafa è sempre Rafa».

– Un giovane su cui scommettere in questa stagione?

«Ci sono alcuni ragazzi della #NextGen e in Italia sarete fortunati a vederli in azione al termine della stagione nelle finali di Milano. Penso che Alexander Zverev e Nick Kyrgios siano i più bravi. Entrambi hanno già ottenuto eccellenti risultati contro top players e hanno un ottimo stile di gioco. Sarà interessante seguire questo gruppo, nel quale ci sono parecchi talenti. E personalmente sono anche curioso di osservare il cammino di Dominic Thiem che ha avuto un ottimo 2016, coronato dalla sua prima partecipazione alle Atp Finals di Londra, davvero uno splendido traguardo».

– Stan, c’è una immagine che mi colpisce: la sua meravigliosa famiglia. I suoi genitori, la sua compagna, suo fratello, le sue sorelle che lei corre sempre ad abbracciare dopo un trionfo. Quanto è importante oggi? E quanto è stato fondamentale crescere nella favolosa struttura creata da suo padre in Svizzera?

«La mia famiglia è sempre molto importante. Io e i miei fratelli siamo stati fortunati ad avere il supporto dei miei genitori in ogni cosa che abbiamo fatto. Non ci hanno mai spinto, ma continuamente sostenuto. Ho avuto un’ottima infanzia, crescendo accanto agli animali ed è stato fantastico avere l'opportunità di trascorrere tanto tempo all’aria aperta, immerso nella natura».

– Un evento per lei sarà anche Wimbledon per sognare il Career Grande Slam ed entrare nella storia dello sport!

«Sinceramente non sto pensando a Wimbledon in questo momento. Tutta la mia concentrazione è rivolta agli Open d'Australia e per pensare a Londra ci sarà tempo».

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La svizzera è senior manager public relations dell’Atp

Fabienne Benoit: un sogno
girare il mondo con il tennis

«Stiamo vivendo un’epoca straordinaria. Amo l’Italia e Ramazzotti» Il manager Lawrence Frankopan, Stan Wawrinka e Fabienne Benoit dopo il trionfo dello svizzero al Roland Garros nel 2015 Fabienne Benoit è senior manager public relations & marketing dell’Atp. Originaria di Berna, cura (tra i suoi vari compiti) la comunicazione tra i media e i giocatori di altissimo livello, un ruolo prestigioso e delicato in uno sport oggi all’apice della popolarità e dell’i n t eresse planetario. Grande appassionata di tennis sin da piccola, è figlia d’arte: il padre Pierre è uno dei giornalisti sportivi più famosi in Svizzera. Molto apprezzata nell’a mbiente, Fabienne parla cinque lingue, ha studiato a Friburgo e in Italia e un posto di diritto nello “Swiss-Dream Team” spetta anche lei.

Fabienne Benoit
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– Quanto è professionalmente gratificante vivere a contatto con i campioni che stanno contribuendo a realizzare la storia di questo sport?

«Era il mio sogno sin da quando avevo 15 anni e sono andata al torneo di Gstaad con mio papà. Oggi stiamo vivendo un’epoca straordinaria per il tennis e il mio lavoro mi piace molto, anche perché si incontra sempre tanta gente interessante e ho la possibilità di viaggiare e di conoscere il mondo».

– Il ricordo oppure l'episodio più bello e divertente di questa ormai lunga esperienza nell’Atp.

«È difficile sceglierne uno in particolare, in più di 10 anni di attività ho avuto la fortuna di viverne davvero tanti. In uno dei miei primi tornei, era il 2005, il francese Gael Monfils vinse il suo primo titolo Atp a Sopot in Polonia. Per celebrarlo, fece qualche passo di breakdance nel parcheggio, proprio davanti ai giornalisti. Un altro evento molto speciale è stato il trionfo di Stan Wawrinka a Parigi. Una splendida partita contro Djokovic, ricca di emozioni e colpi fantastici. Un momento molto intenso anche per me, visto che il Roland Garros era il primo evento del Grande Slam a cui avevo assistito da piccola con mio nonno».

– Lei ha anche avuto la soddisfazione di seguire le star Federer e Wawrinka nel trionfo del 2014 in Coppa Davis in finale contro la Francia: un successo che ha coinvolto ed entusiasmato tutta la Svizzera.

«Sì, una bellissima avventura. Conosco il nostro capitano Severin Lüthi da quando eravamo bambini, siamo cresciuti nella stessa città. Lui e i giocatori hanno lavorato tanto per questo trionfo a Lille, il primo della storia, e non dimenticherò mai quella settimana».

– Il suo legame con l’Italia è forte.

«Sono una fan dell’Italia, è sempre stato così. Mi piace tutto: la gente, la lingua, la cultura, la cucina e la musica, soprattutto Eros Ramazzotti. Ho studiato letteratura italiana come terza materia all’università e quando in estate vado in vacanza, il vostro Paese è una meta ormai tradizionale per me».  

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