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Magistratura onoraria, s'infiamma la protesta

Magistratura onoraria, s'infiamma la protesta

Già nel novembre scorso si era rischiata la paralisi dei tribunali monocratici e dei processi davanti ai giudici di pace per lo sciopero di cinque giorni indetto dalla magistratura onoraria. Un'iniziativa legata, spiegarono i promotori dell'agitazione, a quanto previsto nella riforma della giustizia promossa dal ministro Orlando. Uno stop che avrebbe coinvolto circa mezzo milione di processi  secondo l'Unione Nazionale dei Giudici di Pace, che chiedeva di "garantire l'indipendenza di oltre 5.000 giudici di pace e magistrati onorari di tribunale e procure che trattano il 60% del contenzioso civile e penale". Dal canto suo la Federazione magistrati onorari (Federmot), aveva affermato che il governo "si conferma incapace di fronteggiare l'emergenza Giustizia". Non aderiscono all'astensione l'Unione nazionale magistrati onorari (Unimo) e la Confederazione Giudici di pace.

E la questione non si è affatto risolta a distanza di oltre due mesi , tant'è che la magistratura onoraria torna ad annunciare nuove iniziative di protesta. 

Ecco il comunicato diffuso da Direttivo UNIMO (Unione Nazionale Italiana Magistrati Onorari), Direttivo Confederazione Giudici di Pace e Direttivo di Magistrati Onorari Uniti.

 “La magistratura onoraria è costretta a denunciare le allarmanti notizie diffuse in varie sedi e confermate nel discorso del Ministro alla inaugurazione dell’anno giudiziario circa i contenuto della realizzanda attuazione della legge delega 52/2016.

Ci corre l’obbligo di rappresentare che, se dovessero malauguratamente concretizzarsi i progetti di riforma come maturati dagli uffici del Ministero della Giustizia, tradirebbero irreparabilmente lo spirito della legge e frustrerebbero le legittime aspettative di tutti coloro che hanno collaborato con profondo spirito di servizio all’amministrazione della Giustizia su tutto il territorio nazionale.

Si denuncia che nella mente del legislatore ministeriale è parso congruo, a fronte della autorevole denuncia del Presidente della Corte di Cassazione CANZIO circa la eccessiva lunghezza delle indagini e dei processi, rispondere con una riforma che ridurrà sensibilmente l’essenziale contributo al sistema giustizia da parte della magistratura onoraria.

Preoccupante per la soddisfazione dei diritti del cittadino ad una celere e efficiente risposta alla propria richiesta di giustizia, è la forte limitazione dell’utilizzo della magistratura onoraria ad una udienza a settimana, a fronte dell’attuale abbondante disponibilità offerta dai magistrati onorari anche a superare la media delle due udienze settimanali coperte dai magistrati professionali.

Ciò determinerà il collasso del sistema, i presidenti dei tribunali non potranno più contare sulla magistratura onoraria per colmare efficacemente i vuoti di organico ordinari e straordinari, e gli stessi ruoli gestiti dai magistrati onorari subiranno copiosi rallentamenti, e non sarà più possibile contare sui giudici onorari in caso di necessità nelle sostituzioni per udienze collegiali. Ancora più grave sarà l’effetto sulla giustizia penale, laddove i sostituti procuratori, costretti a presenziare a molte più udienze monocratiche, rallenteranno i tempi delle indagini investigative anche dei reati più gravi, per non parlare delle indagini affidate oggi ai vice procuratori onorari per reati di competenza del giudice di pace che non potranno più essere da loro seguito a meno di rinunciare al presenziare ad una udienza monocratica.

Altri effetti devastanti se non sarà modificato il decreto ipotizzato dalla delega saranno nell’immediato percepibili nelle sezioni lavoro, dove i giudici onorari di tribunale sono spesso applicati a sostenere ruoli di rilievo sociale fondamentale, in quanto anche nella normativa transitoria tali ruoli sono sottratti alla competenza della magistratura onoraria.

Dal punto di vista sindacale, poi, appare assolutamente inaccettabile che il progetto di riforma non preveda alcuna distinzione tra la magistratura futura e quella già in servizio, sulla quale il sistema ha investito copiose risorse patrimoniali e personali al fine di raggiungerne obiettivi di professionalità, in molti casi con durata di servizio quasi ventennale.

Appare superfluo immaginare l’evidente e certa ricaduta negativa che tale progetto avrà sul piano della efficienza del sistema, e il contrasto stridente con quella normativa europea che la imminente procedura di infrazione mira a riportare inattuazione, con conseguenti danni economici ingenti per lo Stato italiano e quindi i cittadini..

Rappresentiamo che, ferma restando la più ampia disponibilità al dialogo tecnico e il nostro spirito di servizio nei confronti dell’Amministrazione della Giustizia, è nostra intenzione fronteggiare con i più opportuni strumenti i tentativi di svilire l’impegno, la professionalità e i basilari diritti di ciascun Magistrato Onorario nella prospettiva di creare e mantenere le condizioni costituzionalmente garantite affinché l’apporto della categoria sia sempre più valido e proficuo nel superiore interesse dello Stato. Ci dogliamo inoltre di constatare che un progetto di tale portata devastante per il sistema giustizia e per la regolamentazione del lavoro dei magistrati onorari provenga proprio da un governo che dovrebbe essere attento alla sorte dei propri lavoratori”.

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