I cardinali e vescovi tedeschi salutano con favore l’apertura di Papa Francesco ad una riflessione sulla «consacrazione» in via eccezionale per i «viri probati». Lo scrive oggi la Sueddeutsche Zeitung, raccogliendo il commento della Chiesa cattolica tedesca alle parole del pontefice nell’intervista rilasciata qualche giorno fa a Die Zeit.
Parlando con la rivista, Papa Francesco aveva ribadito la possibilità di una «riflessione» sull'argomento, negando
tuttavia la fine del vincolo del celibato sacerdotale. «Non è la soluzione alla mancanza di vocazioni», aveva detto Bergoglio. Il
suo contributo è un «impulso prezioso» ha commentato il presidente dell’assemblea episcopale tedesca, e cardinale di
Monaco, Reinhard Marx.
Il Papa non nasconde che il calo delle vocazioni sia «un problema enorme», al quale non si può porre rimedio né abolendo
il celibato dei sacerdoti né accogliendo nei seminari chiunque.
"Dobbiamo riflettere se i viri probati siano una possibilità», ha detto il pontefice nel suo colloquio con Die Zeit, e
"dobbiamo anche stabilire quali compiti possano assumere, ad esempio in comunità isolate».
I cosiddetti 'viri probatì sono uomini di età non giovane, sposati, che conducono una vita familiare e religiosa esemplare,
e ai quali alcuni ritengono che possano essere affidati compiti nella Chiesa al pari dei sacerdoti. L’esigenza di mettere in
campo queste figure laiche si sente soprattutto nelle diocesi di grandissime dimensioni in cui non c'è un numero sufficiente di
sacerdoti. La questione è da anni caldeggiata non solo dai vescovi tedeschi, che oggi tornano a sottolineare l’importanza
dell’argomento dopo le aperture del Papa, ma anche (e soprattutto) da quelli brasiliani. In particolare il cardinale
Claudio Hummes ha più volte fatto sapere di pensare che questa soluzione possa essere utile per l’Amazzonia dove la vastità del territorio fa sì che non sempre le comunità cristiane abbiano la possibilità di avere un sacerdote per le celebrazioni e per i
sacramenti.
Tuttavia Papa Francesco ha parlato solo di «una riflessione" in corso, senza indicare se questa sia la strada giusta o meno.
E comunque non estendendo questa possibilità in via generale ma solo per quei casi, quelle che lui stesso chiama «comunità
isolate», nelle quali questa soluzione potrebbe avere una forte motivazione.
In ogni caso la questione non è recente. Nella Chiesa se ne parla da decenni. Per fare un esempio, nel discorso conclusivo
al Sinodo dell’ottobre del 1990 Papa San Giovanni Paolo II sull'argomento disse: «La possibilità di fare appello ai 'viri
probatì è troppo spesso evocata nel quadro di una propaganda sistematica ostile al celibato sacerdotale. Tale propaganda
trova il sostegno e la complicità di alcuni mass media».
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