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Caos al Senato: venti di crisi, l'ira dei renziani

Caos al Senato: venti di crisi, l'ira dei renziani

Venti di crisi da Palazzo Madama. Scoppia un caso sull'elezione del senatore di Ap Salvatore Torrisi alla presidenza della prima commissione, quella che esaminerà la riforma elettorale. Su di lui i voti delle opposizioni, da Fi a M5s, più Ap e Mdp. Il Pd, a cui spettava la presidenza, resta tagliato fuori. I renziani partono all'attacco: 'Un inedito patto della conservazione. Non vogliono muovere foglia sulla legge elettorale'. Alfano chiede al suo senatore di rinunciare all'incarico e Gentiloni, dopo un incontro a Palazzo Chigi con il Pd, si impegna a 'rafforzare la coesione della maggioranza'. Ma il caso non è chiuso.

Il senatore di Ap, infatti, Salvatore Torrisi è strato eletto, con 16 voti, presidente della commissione affari costituzionali del Senato. Il capogruppo del Pd Giorgio Pagliari ha incassato 11 voti, una scheda è risultata bianca. Torrisi era vicepresidente, ora si dovrà trovare un suo sostituto alla vicepresidenza.

Il premier Paolo Gentiloni ha ricevuto il presidente del Pd Matteo Orfini e il vicesegretario uscente Lorenzo Guerini, che - riferiscono fonti di Palazzo Chigi - gli hanno rappresentato le loro preoccupazioni per il grave episodio in Senato. Preoccupazioni che Gentiloni ha "condiviso, assicurando da parte sua l'impegno per contribuire al rafforzamento della coesione della maggioranza".

"Le modalità della elezione del senatore Torrisi, espressione in larga misura del voto delle opposizioni, ci inducono a chiedere all'interessato la rinuncia all'incarico - ha detto il leader di Ap Alfano -. L'elezione di Torrisi a presidente della commissione Affari Costituzionali è senz'altro un segno di stima da parte dei colleghi per il lavoro svolto in questi anni. A questa elezione, però, noi di Alternativa Popolare non abbiamo contribuito perché leali agli accordi di maggioranza cui abbiamo sempre corrisposto". "In base a questi accordi, in successione alla senatrice Anna Finocchiaro, spettava al PD esprimere la presidenza. Noi abbiamo dunque votato per il senatore indicato dal PD. Ai fini della nostra richiesta al senatore Torrisi, poco importa se, come pare, all'interno del PD vi siano stati voti in dissenso dalla indicazione ufficiale di quel gruppo parlamentare. Ciò che importa è evitare ogni impropria interpretazione di un episodio parlamentare che può essere foriero di equivoci volontari o involontari. Ecco perché siamo fiduciosi che il senatore Torrisi possa accogliere questa richiesta del suo movimento politico", prosegue il titolare della Farnesina e presidente di Alternativa Popolare. 

"Si tratta di un fatto grave che non va minimizzato. Abbiamo avuto una saldatura tra forze politiche di maggioranza e opposizione molto diverse. Serve un chiarimento, altrimenti si rischia lo sgretolamento del nostro sistema di alleanze". Lo afferma il Guardasigilli Andrea Orlando commentando a 'Porta a Porta' le polemiche sull'elezione del Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato. "Spero non ci sia la crisi. Lo sbocco sarebbero o il voto anticipato o le larghe intese, entrambi pericolose per il Paese e il Pd".

"Oggi sono nate larghe intese in Senato - ha commentato il senatore Pd Andrea Marcucci  per non fare la legge elettorale -. Mdp, Forza Italia, M5S ed i centristi hanno eletto il loro presidente nella commissione Affari Costituzionali, con l'obiettivo di consegnare l'Italia al proporzionale". 

"Di fronte alla scelta unitaria e convinta del Pd di proporre a presidente della prima commissione un collega stimato e dalle indiscutibili e riconosciute capacità tecnico-giuridiche come Giorgio Pagliari, abbiamo assistito oggi a un'inedita ammucchiata di gruppi che hanno fra loro posizioni diversissime su quasi tutti i temi politici, a partire dal modello della prossima legge elettorale. Per negare al PD la legittima ambizione di eleggere il sostituto della Finocchiaro, si sono coalizzati in molti, da FI alla Lega fino al M5S, che ha dimostrato una volta in più di aver ben imparato l'arte di usare il voto segreto per coprire alleanze inconfessabili alla luce del sole". Lo dice il senatore Pd, Francesco Russo. "Ci auguriamo, ma sappiamo che non sarà così - continua Russo - che tale unità di intenti si confermi quando ci sarà da lavorare per dare agli italiani una legge elettorale e confermiamo che il PD non farà mancare a Torrisi la piena collaborazione, se questa sarà la direzione di marcia".

"La matematica non è un'opinione. Al candidato del Pd sono mancati 6 voti. Quindi quel partito non alzi inutili polveroni, ma guardi in casa propria e ai giochi di corrente in vista del congresso. La legge elettorale è prerogativa del Parlamento, non della maggioranza di governo. Serve umiltà e gusto per il confronto con le altre forze politiche. Serve imparare dalla lezione del 4 dicembre". Così il senatore di Art.1 - Mdp Miguel Gotor commenta l'elezione di Salvatore Torrisi (Ap) a presidente della commissione Affari Costituzionali di palazzo Madama.

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