Domenica 24 Novembre 2024

Banche venete, via libera al salvataggio

Banche venete, via libera al salvataggio

Via libera del consiglio dei ministri, secondo quanto si apprende, al decreto che crea la cornice normativa per la 'liquidazione ordinata' (liquidazione coatta amministrativa) di Veneto Banca e Popolare Vicenza, con il conseguente passaggio della parte sana delle due venete a Intesa Sanpaolo.

Nella notte l'accordo con il gruppo guidato da Carlo Messina, secondo quanto viene riferito, sarebbe stato raggiunto e ora si tratta di finire di tradurre questo accordo nelle misure di cornice, che spettano al governo, e nel contratto che, già in giornata, i commissari liquidatori dei due istituti che saranno nominati dalla Banca d'Italia firmeranno con Ca' De Sass.

E' una corsa contro il tempo quella per salvare le banche venete e garantire che lunedì mattina gli sportelli riaprano regolarmente, dopo che la Bce le ha dichiarate 'fallite'. Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan è stato per tutto il pomeriggio con il suo staff a Palazzo Chigi, ma lavoro febbrile di queste ore non è bastato a definire tutti i dettagli 'in punta di diritto', in modo da 'blindare' l'operazione. Così è' slittato di un giorno, il Consiglio dei ministri che deve varare il decreto con la 'cornice' di regole attraverso la quale portare a termine l'operazione studiata con Intesa Sanpaolo. Così il gruppo guidato da Carlo Messina potrà acquistare al prezzo simbolico di 1 euro le attività di Veneto Banca e Popolare Vicenza dopo la separazione delle 'attività malate' dei due istituti, garantendo allo stesso tempo gli obbligazionisti senior e i depositanti.

In vista del decreto, il premier Paolo Gentiloni ha incontrato ieri a Palazzo Chigi il titolare dell'Economia Pier Carlo Padoan. "Mi sento di confermare totalmente la garanzia per quanto riguarda i risparmiatori e i correntisti", ha ribadito il presidente del consiglio. Fra Tesoro e Intesa sembrerebbe comunque esserci un braccio di ferro su tema degli esuberi. L'operazione dovrebbe comportare circa 4.000 uscite, per un costo di circa 1,2 miliardi di euro. Dei posti di lavoro da tagliare con i prepensionamenti, solo 1.200 nelle venete avrebbero i requisiti, mentre gli altri sarebbero di Intesa che, però, anche dopo l'acquisizione delle good bank, non intende sostenere costi e nemmeno considerare l'ipotesi licenziamenti. Servirà quindi un rafforzamento del fondo esuberi con un intervento pubblico. In quel caso, Ca' de Sass potrebbe usufruirne anche per i propri dipendenti. Un'ipotesi che non sembra essere ben vista dalla Commissione Ue. Per questo dai sindacati sono arrivati appelli al governo.

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