TEMI FORTI E ATTUALISSIMI (MA ANCHE TANTA IRONIA) AL TAOBUK FESTIVAL
Le democrazie dei padri
Taormina
Quando chiediamo al professor Luciano Canfora, filologo e antichista, se dobbiamo considerare gli antichi i nostri padri coi quali confrontarci, giacché, come lo stesso studioso sostiene, bisogna interrogare gli antichi non tanto per i valori fondanti che trasmettono e tantomeno perché il mondo moderno si rispecchia in essi (fermo restando che tutto lo sviluppo della cultura del mondo occidentale si fonda sulla riscrittura e sulla contrapposizione a ciò che fu scritto dagli antichi), ma piuttosto perché i problemi che essi non sono stati in grado di risolvere sono ancora i nostri, presenti in maniera bruciante nella società odierna, (schiavitù/libertà, inclusione/esclusione competenza per l’accesso alla politica, cittadinanza e rapporto libertà/schiavitù, inclusione/esclusione), il professore – tra gli opsiti di TaoBuk – ci dice che «a questa domanda ciascuno può rispondere secondo le proprie inclinazioni etico-politiche. Nell’antichità greca (e poi romana, che ne dipende) la tradizione “realistica” (Tucidide, Tacito) è quella che ha più influenzato, e continua ad influenzare, gli orientamenti e la condotta dei moderni. Ed è giusto tenerla nel massimo conto».
Il professore, che ha sempre indagato il rapporto tra potere e democrazia, ha pubblicato recentemente con Laterza il saggio “Cleofonte deve morire”, una lettura minuziosa del tumultuoso quadro politico della guerra del Peloponneso con la tensione fortissima tra Sparta e Atene, tra democratici e oligarchici; e da una parte Cleofonte, leader della parte democratica, e dall’altra Aristofane e il pubblico della Commedia che nelle “Rane” – in scena da giovedì a Siracusa, dove il prof. Canfora terrà una conferenza domani, all’Orecchio di Dionisio – chiede la condanna di Cleofonte.
Professore, Lei si è occupato di potere e democrazia, rivelando il volto ambiguo dell’uno e dell’altra. Ora, i fatti che lei richiama nel Suo libro si svolgono con sullo sfondo la guerra del Peloponneso. Quella crisi politica si può leggere come uno scontro generazionale senza possibilità di confronto?
«La guerra peloponnesiaca, lo scontro quasi trentennale tra Atene e Sparta, non fu uno scontro generazionale. Si deve però osservare che uno scontro del genere si coglie nella rivalità tra i due protagonisti della politica ateniese in relazione alla condotta verso Sparta: Cimone e Pericle. Nonostante il divario di quindici anni (al massimo) tra Cimone, figlio di Milziade, e Pericle, erede politico di Clistene, il loro conflitto fu al tempo stesso personale e di linea politica anche in ragione dell’appartenenza a due generazioni diverse (oltre che a due “casate” diverse, e contrapposte). Cimone proseguiva la linea politica paterna (il nemico “naturale” è la Persia, Sparta l’alleato), Pericle orientò molto presto la politica ateniese in senso opposto, persuaso dell’inevitabilità del conflitto con Sparta».
Ma in che rapporto stanno Commedia antica e potere?
«Chi prima e meglio di altri intese la commedia “antica”, presente sulla scena soprattutto nella seconda metà del V secolo a.C., fu Friedrich Nietzsche, che parlò del giovane Aristofane come “organo del partito oligarchico” e in particolare della classe dei “Cavalieri”. Indipendentemente da Nietzsche, lo stesso concetto fu sviluppato da Auguste Couat (Aristophane et l’ancienne comédie 1889), il quale mostrò come tutta la “macchina” teatrale (soprattutto la commedia) fosse sotto l’influenza dei ceti abbienti non proprio favorevoli al potere popolare. A parte l’insofferenza dei moderni critici “estetici”, questa constatazione è ormai divenuta senso comune tra gli storici».
A Siracusa sarà rappresentata le “Rane” di Aristofane. Una commedia politica e strettamente legata ai fatti di Cleofonte. Perché?
«Cleofonte fu l’ultimo capo popolare di Atene ancora in guerra. Tra la seconda “caduta” di Alcibiade e la definitiva sconfitta (aprile 404) fu il leader più ascoltato dal demo. In particolare fu colui che dopo la vittoria ateniese nella grande battaglia navale presso le isole Arginuse (agosto-settembre 406) impedì che si accettassero le proposte di pace spartane. Voleva la vittoria “totale”. Gli oligarchi, che volevano la pace con Sparta, lo presero di mira: e non è casuale che ben due delle commedie presentate nel gennaio 405 – le Rane di Aristofane e il Cleofonte di Platone comico – assumessero lui come bersaglio».
Taobuk quest’anno propone il tema/topos “padri/figli”. Dove appare questo tema nella Commedia aristofanea?
«La commedia aristofanea in cui il contrasto padri/figli appare come tema centrale sono le Nuvole, del 423 a.C., tutta rivolta contro Socrate in quanto “corruttore della gioventù”. L’insuccesso di tale commedia ferì profondamente Aristofane, che la rifece per riproporla, ma poi rinunciò a tentare la ‘rivincita’: questo, almeno, sosteneva l’erudizione antica (di epoca ellenistica)».