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“Rane” di Aristofane con Ficarra e Picone tra risate e poesia

“Rane” di Aristofane con Ficarra e Picone tra risate e poesia

SIRACUSA

La comicità di Ficarra e Picone, collaudata in tempi e intesa, la bravura indiscussa del gruppo SeiOttavi, su musiche che ammiccano a swing e pop, fanno funzionare egregiamente la commedia “Rane” di Aristofane, andata trionfalmente in scena al Teatro Antico di Siracusa stasera, per il ciclo di rappresentazioni classiche dell’Inda.
Una scena continuamente composta e scomposta, in cui Dioniso-Ficarra e Santia-Picone scorrazzano avanti e indietro, prestando alla commedia una vivacità – e l'eco dei loro consueti duetti – che ha catturato il pubblico, strappando continue risate.
Cavea pienissima, sold out da giorni, per questo “finale di stagione” firmato da Giorgio Barberio Corsetti.                         
I bravissimi allievi dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico (sezione Scuola Teatro “Giusto Monaco”) danno vita a un coro da musical di “arancioni” (gli iniziati ai Misteri che diventano un po' Hare Krishna un po’ seguaci di new age) che introduce la levità della musica eppure la complessità del discorso politico di Aristofane, di cui questa è una delle commedie più “forti” (e amate dal pubblico). La tanto sospirata “attualizzazione” passa anche dalla rivitalizzazione della commedia antica - opera sempre difficile - e ieri sera le risate degli spettatori sembravano confermare la riuscita di questa lettura.  
«Le persone perbene qui sono la minoranza»: applausi per la battuta che introduce la parte più gustosa della commedia: l’agone tra due poeti estinti, Eschilo ed Euripide.  Roberto Rustioni (Eschilo) e Gabriele Benedetti (Euripide) si sfidano in un duello che è un po’ mimato da due grossi pupazzi, un po’ “videointervista” durante un happy hour osé.
Il valore autenticamente politico della commedia, secondo meccanismi ahinoi identici dopo migliaia di anni, si esalta nel finale, quando il vincitore dell'agone, Eschilo, si congeda dall'Ade, tra frecciate ai contemporanei di Aristofane che ben potrebbero essere politici nostri contemporanei.  L'ultima parola, inattesa e spiazzante, è di Pasolini ed Ezra Pound, in un frammento d’intervista (in video) antico e da brividi: due poeti, opposti tra loro ma grandissimi, che vorremmo riportare indietro da noi. Un volto d’Aristofane che ad Aristofane sarebbe piaciuto.

Si replica fino al 9 luglio.

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