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Se la cultura “gira” a 360 gradi

Ildefonso Falcones parla degli “Eredi della terra” e rievoca la magia dell’antica Barcellona

Se la cultura “gira” a 360 gradi

Si è chiusa ieri, in Piazza IX Aprile a Taormina, la settima edizione della kermesse letteraria internazionale TaoBuk, ideata e diretta da Antonella Ferrara, declinata sul tema “Padri & Figli”.

Il festival, direttamente promosso dall’Assessorato al Turismo, allo Sport e allo Spettacolo della Regione Siciliana - guidato da Anthony Barbagallo - ha chiuso il sipario, dando appuntamento all’anno prossimo, con l’evento finale che ha visto sul palco la rockstar italiana, Piero Pelù e il regista Cosimo Damiano Damato, protagonisti di “Tu non c’eri”, il film scritto da Erri De Luca che vede nel cast anche Branno Placido.

Notevole l’entusiasmo dei tanti fan del cantante presenti per l’evento nonché occasione propizia per declinare il tema della kermesse a 360 gradi, un fil-rouge che lega e connette idealmente tutti gli eventi, partendo dalla lectio dello psicologo Luigi Zoja sul gesto di Ettore e l’assenza del padre.

Poco prima, sempre da Piazza IX Aprile, sul più celebre belvedere di Taormina, era toccato allo scrittore best seller spagnolo, Ildefonso Falcones, parlare del suo ultimo romanzo, “Gli eredi della terra” (edito da Longanesi), riuscendo a far rivivere fra le pagine le magiche atmosfere della Barcellona di inizio trecento, dialogando con il romanziere esordiente messinese, Filippo Nicosia.

La settima edizione è a tutti gli effetti una scommessa vinta, a cominciare dalla scelta di spostare l’appuntamento al mese di giugno (dal 24 al 28) e chiude i battenti registrando soltanto decisi segnali positivi.

«La decisione di tornare al mese di giugno – afferma la direttrice artistica, Antonella Ferrara alla Gazzetta del Sud – è stata una scelta ardita ma vincente, dando il via alla stagione turistica taorminese con slancio e ribadendo un sodalizio attivo con gli albergatori e tutto il tessuto commerciale».

Ma sono i numeri a parlare chiaro, evidenziando il valore assoluto raggiunto dalla manifestazione.

Già per la cerimonia iniziale, cui hanno partecipato grandi ospiti quali Abraham Yehoshua, Domenico Starnone, Nicola Gratteri, Gianni Amelio, Luigi Lo Cascio, Christian De Sica, Noa – ci sono state più di 5 mila presenze ma soprattutto nell’arco del festival si è registrato il raddoppio dei visitatori totali, sfiorando quota 60 mila, decuplicando il valore finanziario della manifestazione, diretta e fortemente voluta dalla Ferrara.

Il risultato è stata una sfilza di incontri che partivano dalle 10 del mattino, proseguendo – ora dopo ora – sino alle 22, con ospiti del calibro di Michela Marzano, Alan Friedman, Cristina Comencini, Luciana Littizzetto, Agnes Heller, Luciano Canfora, Simona Sparaco, Anna Giurickovic Dato, Paola Gribaudo, Viviana Mazza, Luigi Garlando, Giancarlo Mazzuca, Sergio Del Molino, Matteo Collura, Marella e Gabriella Ferrera. Grande attenzione – ed è ormai una tradizione felice – per la gastronomia d’autore, con la sezione “Fud Hub” diretta dalla giornalista Fernanda Roggero e la partecipazione di chef stellati ovvero Carlo Cracco, Ciccio Sultano, Heinz Beck e Niko Romito che hanno declinato il tema del gusto e delle materie prime, con particolare attenzione allo spreco e al valore del territorio.

«Il successo della settima edizione del TaoBuk – prosegue la Ferrara – è sancito da una forte collaborazione con gli istituti scolastici e convenzioni volontarie che hanno visto la partecipazione di ben 400 ragazzi agli incontri pomeridiani, tramite il TaoLab, una formula vincente che ha dato linfa e sostegno vitale alla kermesse, stupendo favorevolmente gli autori che hanno potuto dialogare sul tema “Padri & Figli” e sui contrasti e i conflitti generazionali, con platee composte di un pubblico dall’età molto ampia e attento».

Un sodalizio positivo si registra anche «con gli sponsor privati che appoggiano e sposano il nostro festival e l’idea di una calda accoglienza in una terra mitica, resa celebre da grandi celebrità del passato, da Truman Capote sino ad Hemingway, passando per Tennessee Williams, Liz Taylor e Richard Burton. Ogni festival – conclude la Ferrara – deve fare i conti con il proprio territorio. Il risultato raggiunto mi inorgoglisce e accresce il mio senso di responsabilità verso una manifestazione che ho a lungo meditato, un esaltante viaggio nei racconti, nella drammaturgia, nella saggistica, nelle edizioni d’arte. Ho fortemente voluto un festival che potesse coniugare musica e spettacolo, viaggiando sulle parole dei grandi scrittori contemporanei senza tralasciare momenti di intrattenimento. La scommessa è vinta ma sto già lavorando alla prossima edizione, l’ottava, e sono decisa a stupire».

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