L'Isis lancia nuove minacce contro il Papa e l'Italia, sia tramite i suoi canali ufficiali sia per bocca di sedicenti simpatizzanti sulle piattaforme meno accessibili, nascoste nel vortice del web. "Arriveremo a Roma", dice un jihadista strappando un'immagine del Pontefice, in un filmato di 6 minuti pubblicato dal network dell'Isis al Hayat Media Center nel quale vengono distrutte le statue di Cristo, della Madonna, spezzate le croci all'interno di quello che sembra essere un centro di preghiera cattolico. La furia dei jihadisti si accanisce anche contro Benedetto XVI, la sua immagine viene strappata come quella di Francesco.
Il video è stato pubblicato qualche giorno fa per "celebrare" le vittorie militari a Marawi, la città nel sud delle Filippine teatro di violenti combattimenti tra i miliziani di Abu Sayyaf - costola asiatica dell'Isis - e l'esercito filippino che hanno causato decine di morti. E nelle ultime 24 ore, un canale Telegram vicino al gruppo, che giorni fa aveva indicato il Paese come "il prossimo obiettivo" dopo il massacro di Barcellona, ha 'suggerito' ai propri sostenitori "un obiettivo da colpire con un veicolo" incitando i 'lupi solitari' ad attaccare.
'Devi combatterli (O Muwahhid)', è la scritta in italiano in un'immagine nella quale è ritratto un uomo che nasconde un coltello dietro la schiena sullo sfondo di una città scovata in rete dal Site, il sito Usa di monitoraggio dell'estremismo islamico sul web diretto da Rita Katz. L'immagine, tuttavia, è quella di un vecchio video di propaganda dell'Isis, la città sullo sfondo è statunitense, sembra New York. I jihadisti che minacciano l'Italia si sono limitati a incollarci sopra la scritta, senza neppure eliminare altri dettagli dell'immagine - come ad esempio l'icona per lanciare il video, che non c'è. Qualche ora prima, sempre il Site aveva rilanciato un'altra inquietante minaccia, sempre via Telegram - la piattaforma social che sembra essere al momento quella preferita dall'Isis -: "Il canale raccomanda ai lupi solitari particolari obiettivi, dopo aver lanciato una minaccia esplicita nei giorni scorsi all'Italia, da colpire con dei veicoli, sia lì che in Belgio e Danimarca", ha scritto il Site.
Giorni fa, il premier Paolo Gentiloni aveva sottolineato di non credere "alla propaganda di alcuni siti islamici", pur dicendosi "consapevole che nessun Paese, neanche l'Italia, possa sentirsi al riparo dalla minaccia". Dopo gli attacchi in Spagna la sicurezza è stata ulteriormente rafforzata in tutti i luoghi ritenuti sensibili, anche con delle barriere di protezione per le strade pedonali più affollate. Uno dei rischi più temuti è che, nel momento in cui il sedicente Stato islamico patisce le maggiori sconfitte militari della sua breve storia in Iraq e Siria, il gruppo possa decidere di nascondere la disfatta con attentati spettacolari contro obiettivi di grande risalto, come San Pietro.
La Guardia Svizzera è pronta ad affrontare qualsiasi minaccia anche terroristica, ha sottolineato il capo del contingente che difende il Papa nel corso del raduno delle guardie che si è tenuto in Svizzera. "Forse è solo una questione di tempo prima che un attacco del genere si verifichi a Roma. Ma siamo pronti anche a questo", ha assicurato il comandante Christoph Graf. "Non ci sono evidenze" ma l'attività di prevenzione è strettissima.