I seggi elettorali aprono alle 8 e chiuderanno alle 18. Subito dopo saranno comunicati i primi exit poll dalle emittenti televisive nazionali ARD e ZDF, e a seguire, nel giro di pochi minuti, le prime proiezioni. I partiti che si presentano sono 42, e 4828 i candidati. Una concreta aspirazione ai seggi parlamentari riguarda però soltanto chi supererà la soglia del 5%. Quest'anno, stando ai sondaggi, saranno sei partiti (due in più del 2013): la Cdu-Csu (dati dagli ultimi sondaggi come vincenti) con consensi fra il 34 e il 36%, ma comunque lontani dal 41,5% del 2013; l'Spd, data fra il 21 e il 22%, in forte svantaggio, e lontana dal risultato dell'ultima volta, del 25,7%; Afd sarebbe fra l'11 e il 13%, col vento in poppa, anche se si pensa che quattro anni fa mancarono la soglia e presero il 4,7%; la Linke, fra il 9,5 e l'11%, molto meglio del 2013 quando prese l'8,6%; i Liberali, fra il 9 e il 9,5%, potrebbero avere un ottimo risultato, rispetto al 4,8% di quattro anni fa, che li fece scivolare fuori dal Bundestag; i Verdi, fra il 7 e l'8%, sarebbero in una sorta di stallo, dal momento che la volta scorsa presero l'8,4%. Un sondaggio Emnid, commissionato dalla Bild, mostra una diminuzione dello scarto fra le preferenze per i candidati alla cancelleria Angela Merkel, 45%, e Martin Schulz, 32%. Nei giorni successivi alle elezioni, si voteranno i capigruppo parlamentari dei diversi partiti e i dirigenti. Il nuovo Parlamento eletto deve riunirsi per la prima volta entro il 24 ottobre (a un mese dal voto). Tradizionalmente il partito vincitore invita gli altri a dei confronti, per sondare le condizioni di possibili alleanze di governo. Solo quando sussistono i presupposti, si arriva alle trattative di coalizione sull'accordo di programma. Dopo il voto di domani, ci si aspetta una difficoltà maggiore del solito nella formazione della futura squadra di governo. Nel 2013, fatte le elezioni il 22 settembre, Angela Merkel fu votata cancelliera di nuovo dal Bundestag il 17 dicembre.