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Ok del Senato al ddl piccoli comuni

Ok del Senato al ddl piccoli comuni

Alla fine, dopo 3 legislature in cui il provvedimento era arrivato sempre a un passo dall' approvazione senza riuscire a toccare il traguardo, il Parlamento approva il disegno di legge che sostiene e valorizza i piccoli comuni italiani. Al testo, che porta la firma del presidente della commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci, il Senato dà il via libera definitivo praticamente all'unanimità: 205 sì e 2 astenuti.

"Dopo l'approvazione della legge sugli ecoreati e di quella sulle agenzie ambientali, per la terza volta in questa legislatura votiamo una legge di iniziativa parlamentare che avrà ricadute importanti su ambiente, economia, cultura. Si tratta di un nuovo tassello contro il dissesto idrogeologico, l'incuria, l'abbandono del territorio, il consumo di suolo. Fare manutenzione del territorio e prevenzione significa anche evitare che i piccoli comuni si spopolino". Lo dice il senatore del Pd Massimo Caleo, vicepresidente della Commissione Ambiente, intervenuto in Aula in dichiarazione di voto per i dem sul ddl in materia di riqualificazione dei piccoli comuni, appena approvato dal Senato a larga maggioranza. "Questa legge - spiega - si inserisce dunque nell'alveo di provvedimenti come l'ecobonus per l'efficienza energetica e per l'adeguamento anti-sismico, come Casa Italia, come il collegato ambiente a sostegno della green economy. Sostenere i piccoli comuni serve all'Italia intera per la funzione che svolgono e perché questi borghi sono l'identità dell'Italia, racchiudono una parte importante del nostro patrimonio storico, artistico e paesaggistico e custodiscono molte eccellenze del sistema produttivo italiano". Caleo sottolinea come: "i 100 milioni di euro stanziati devono essere considerati l'inizio di un percorso, l'inserimento nel bilancio dello Stato di un capitolo di spesa che dovrà essere rifinanziato". "Vorrei ricordare - prosegue Caleo - che il 93% per cento delle DOP e delle IGP ha a che vedere con i piccoli comuni e il 79% per cento dei vini di maggiore qualità proviene dai territori dei piccoli comuni. Noi dobbiamo sostenere queste potenzialità, superando gli squilibri: questa è la missione della legge. Come? Favorendo il ripopolamento grazie ai servizi, puntando sull'unione dei comuni, sui centri multiservizi, sul miglioramento dei trasporti, sulla riqualificazione dei centri storici, sulla banda ultra-larga, grazie ai 2,2 miliardi di euro del fondo CIPE per le aree a fallimento di mercato".

"Una bella giornata per chi vuole bene all'Italia: con il varo pressoché all'unanimità del Senato possiamo finalmente brindare alla mia legge per la valorizzazione dei Piccoli Comuni. Un testo bipartisan approvato all'unanimità alla Camera lo scorso settembre, nato a partire da una mia proposta di legge cui durante l'esame a Montecitorio si è collegata quella analoga della collega Terzoni, che aiuterà l'Italia ad essere più forte e coesa, ad affrontare il futuro. Per ben tre volte, nelle passate legislature, questa legge è stata varata dalla Camera. Adesso è legge dello Stato. Un risultato raggiunto grazie ad un lavoro ampio e comune del Parlamento e al sostegno dell'Anci e di molte organizzazioni, a partire da Legambiente e Coldiretti". Lo afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera e primo firmatario della legge sui Piccoli Comuni, sul via libera definitivo del Senato al provvedimento. "Questo testo, di cui a Montecitorio sono stati relatori i colleghi Borghi, Iannuzzi e Misiani e di cui a Palazzo Madama è stato relatore Vaccari, è un'opportunità per tutto il Paese per un'idea di sviluppo che punta sui territori e sulle comunità, che coniuga storia, cultura e saperi tradizionali con l'innovazione, le nuove tecnologie e la green economy. L'importanza dei Piccoli Comuni, del resto, si è vista anche nel terremoto con il ruolo fondamentale per la tenuta delle comunità svolto da tanti Sindaci. I nostri 5.567 Piccoli Comuni - prosegue Realacci - amministrano più della metà del territorio nazionale e in essi vivono oltre 10 milioni di italiani. Non sono un'eredità del passato, ma una straordinaria occasione per difendere la nostra identità, le nostre qualità e proiettarle nel futuro. Un'idea ambiziosa di Italia passa anche dalla giusta valorizzazione di territori, comunità e talenti. E' il presupposto da cui parte questa legge a lungo attesa, che propone misure per favorire la diffusione della banda larga, una dotazione dei servizi più razionale ed efficiente, itinerari di mobilità e turismo dolce, la promozione delle produzioni agroalimentari a filiera corta. Previsti anche semplificazioni per il recupero dei centri storici in abbandono o a rischio spopolamento da riconvertire in alberghi diffusi, opere di manutenzione del territorio con priorità alla tutela dell'ambiente, la messa in sicurezza di strade e scuole, l'efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico e interventi in favore dei cittadini residenti e delle attività produttive insediate nei centri minori. Per le aree oggi in condizioni di maggior difficoltà è previsto uno specifico stanziamento di 100 milioni per il periodo che va dal 2017 al 2023".

"Finalmente il ddl sui piccoli Comuni è legge. Un provvedimento atteso da anni, che porta anche la mia firma e per il quale mi sono impegnato in prima persona. Insieme al presidente Realacci, infatti, nelle ultime legislature siamo più volte giunti a un passo dal traguardo. Oggi ci siamo riusciti, anche grazie al prezioso contributo di Alternativa popolare". E' quanto dichiara il presidente del Deputati di Ap, Maurizio Lupi. "Con questa legge diamo un fondamentale aiuto e sostegno ai Comuni al di sotto dei 5mila abitanti. Si tratta di centri con proprie peculiarità ed esigenze che meritano un'attenzione particolare e misure ad hoc. Come quelle relative alla semplificazione burocratica, e in questo i sindaci devono essere anche bravi a fare rete; allo sviluppo economico e sociale, mi riferisco ad esempio la banda ultralarga; alla tutela e valorizzazione del patrimonio naturale, rurale, storico-culturale e architettonico. Oggi, dunque - prosegue Lupi - diamo un primo segnale a milioni di abitanti, a migliaia di comunità locali ciascuna con la propria storia e le proprie tradizioni che hanno sofferto molto in questi ultimi anni. Una scommessa contro lo spopolamento e contro la fuga dei nostri giovani, il vero capitale umano. Una legge che ci avvicina al territorio e ai cittadini".

"Esprimo grande soddisfazione per l'approvazione definitiva al Senato della Legge sulla "Piccola Grande Italia", per la valorizzazione dei Piccoli Comuni con popolazione sino a 5.000 abitanti, al centro del mio impegno parlamentare da anni. Infatti sono stato firmatario fin dal primo momento della proposta Realacci e ne sono stato relatore alla Camera per più volte, in questa Legislatura con i colleghi Borghi, Misiani e Vaccari". Lo ha dichiarato il deputato Pd Tino Iannuzzi, vicepresidente commissione Ambiente. "La Legge - spiega - segna una tappa fondamentale nella Legislazione italiana, sancendo un principio generale e vincolante: i Piccoli Comuni sono una realtà peculiare nel mondo degli Enti Locali, e debbono ricevere un trattamento differenziato nella disciplina normativa, nel riparto dei finanziamenti pubblici, nell'organizzazione dei servizi. Una realtà ricca di valori profondi e senso della comunità, ma anche di potenzialità spesso inutilizzate. Una realtà da salvaguardare, al di là della fredda logica dei numeri". "Una legge importante per il rilancio di una Italia profonda, che - conclude Iannuzzi - mette insieme storia, tradizioni e cultura con innovazione, green economy e nuove tecnologie, tutela dell'ambiente con produzioni tipiche e sviluppo sostenibile. Una Italia che va sostenuta con adeguate misure per la crescita dell'intero Paese".

"L'approvazione definitiva al Senato della legge per i piccoli comuni è un grande risultato che cancella le delusioni per i tentativi andati a vuoto in tre legislature e corona anni di lavoro dei parlamentari, a partire da Ermete Realacci promotore della legge, e degli amministratori locali". Lo dichiara Antonio Misiani, deputato Pd e relatore della legge insieme ai colleghi Tino Iannuzzi e Enrico Borghi. "Finalmente, con l'approvazione di questo provvedimento, l'Italia dei piccoli centri - prosegue Misiani - quella che il presidente Ciampi chiamava la 'piccola grande Italia', ottiene il riconoscimento che merita. La legge definisce per questi territori una strategia di sviluppo sostenibile, che passa dalla valorizzazione del patrimonio paesaggistico, storico, culturale ed eno-gastronomico di questi territori e dalla modernizzazione della rete di servizi pubblici. La dotazione di fondi è limitata (100 milioni dal 2017 al 2023) ma lavoreremo sin dalla prossima legge di bilancio per rafforzarla. Le risorse disponibili non saranno in ogni caso erogate a pioggia: andranno a finanziare progetti locali di sviluppo privilegiando quelli costruiti su scala sovracomunale e capaci di mobilitare altre risorse pubbliche e private. Ora inizia un percorso nuovo che apre opportunità importanti per gli amministratori delle piccole comunità locali che sapranno promuovere progetti innovativi e coerenti con le finalità della legge".

"Il ddl piccoli comuni è un passo importante, che da più strumenti per fare sviluppo. Le risorse ci sono, in modo importante, ma dovremo pensare come aumentarle nei prossimi mesi". Lo afferma il componente del direttivo dell'Anci Antonio Satta, segretario dell'Unione Popolare Cristiana (Upc). "I piccoli comuni sono tra gli assi portanti della nostra Repubblica, e la legge devo dire che è tra i risultati più importanti di questa legislatura - continua Satta - Anche come Anci ci abbiamo lavorato e abbiamo portato a casa un buon risultato".

Tre piccoli comuni su quattro sono il territorio di riferimento per gli allevamenti destinati alla produzione di formaggi o salumi italiani a denominazione di origine (Dop), mentre nel 60 per cento si trovano gli uliveti dai quali si ottengono i pregiati extravergini riconosciuti dall'Unione Europea. E' quanto afferma la Coldiretti nell'esprimere apprezzamento per l' approvazione definitiva di una "legge storica" rivolta alla valorizzazione dei Piccoli Comuni che riguarda 5.567 centri al di sotto di cinquemila abitanti, pari al 70% del totale dei Comuni presenti sul territorio dove vivono 10 milioni di abitanti. Il Piemonte - precisa la Coldiretti - è la regione con maggior numero di piccoli comuni (1067), seguito dalla Lombardia (1055) e dalla Campania (338) ma in percentuale la piu' alta densità di piccoli comuni sul totale regionale è in Valle d' Aosta (99%) e Molise (92%). "Un obiettivo da noi fortemente sostenuto negli anni - aggiunge Coldiretti - per tutelare e valorizzare un patrimonio naturale e paesaggistico, culturale e artistico senza eguali per la popolazione residente ma anche per il numero crescente di turisti italiani e stranieri che vanno alla ricerca dei tesori nascosti del Belpaese. Lo dimostra il fatto che i piccoli comuni sono il vero motore della vacanza enogastronomica tanto da aver legato il proprio nome a ormai note specialità: dal Puzzone di Moena al Sedano bianco di Sperlonga, dal carciofo di Montelupone al vino di Gavi, dai maccheroncini di Campofilone al Taleggio, dal Vin santo di Vigoleno al vino Loazzolo che rappresentano le Doc piu' piccole d'Italia". "Nei piccoli comuni si 'coltiva - sottolinea la Coldiretti - oltre la metà della produzione agroalimentare nazionale che ha reso celebre il Made in Italy nel mondo. "Ora ci sono le condizioni per recuperare in queste aree i troppi ritardi infrastrutturali e nei servizi offerti con interventi che vanno dalle tecnologie informatiche alle scuole, dagli ospedali alle poste, fino alle edicole", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.

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