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Gasolio rubato in Libia e venduto in Europa, sei arresti

Gasolio rubato in Libia e venduto in Europa, sei arresti

Militari del comando provinciale di Catania, con la collaborazione del Scico, a conclusione di un'indagine coordinata dalla Procura Distrettuale etnea, hanno eseguito un'ordinanza del Gip effettuando sei arresti (3 in carcere e 3 ai domiciliari): due sono maltesi, due libici e quattro italiani. Altri tre libici sono ricercati. Uno è detenuto nel suo Paese. Dopo il furto il gasolio veniva scortato da milizie libiche e portato in Sicilia e poi immesso nel mercato italiano e europeo mediante una società maltese. Il traffico è stato monitorato con mezzi del Comando operativo aeronavale della Gdf.

In Italia tra il giugno del 2015 e il giugno de 2016 sarebbero arrivati oltre 82 milioni di chilogrammi di gasolio libico trafugato per un valore d'acquisto pari a circa 27 milioni di euro a fronte di un valore industriale di mercato pari a oltre 51 milioni di euro. Sono le cifre del traffico internazionale di gasolio libico rubato scoperto dalla guardia di finanza di Catania nell'operazione, coordinata dalla Procura di Catania, denominata 'Dirty oil', che ha portato all'arresto di 9 persone - tre rinchiusi in carcere e tre posti agli arresti domiciliari - che riciclavano gasolio libico. Il carburante rubato dalla raffineria di Zawyia, a 40 km ovest di Tripoli, veniva poi trasportato via mare in Sicilia e successivamente immesso nel mercato italiano ed europeo. Altri tre libici sono ricercati. Uno è detenuto nel suo Paese. L'indagine è partita da una denuncia dell'Eni, che è parte lesa. I particolari sono stati illustrati a Catania durante una conferenza stampa alla quale ha preso parte il Procuratore della Repubblica Carmelo Zuccaro

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