Devono avere pensato di essere più bravi a usare le mani che i piedi i cinque giocatori di calcetto amatoriale che, dopo aver perso una partita, hanno aggredito la squadra avversaria per rifarsi della sconfitta. Tre i giocatori costretti a ricorrere alle cure dei sanitari, con prognosi tra gli 8 e i 10 giorni, mentre per i calciatori dalle botte facili è scattata una denuncia per lesioni aggravate.
E pensare che la partita in un centro sportivo di Venaria Reale, alle porte di Torino, doveva essere un semplice
allenamento in preparazione a un torneo di dilettanti. «Bisogna saper perdere, non sempre si può vincere», cantava Lucio Dalla.
Ma perdere 14-0, per di più contro dei ragazzini, non è andato giù alla formazione dei palazzoni popolari di via Verolengo, a
Torino. Così, dopo il fischio finale, sono piombati negli spogliatoi degli avversari, studenti ventenni, e li hanno aggrediti a calci e pugni, intenzionati a cancellare l'umiliazione subita sul campo con la violenza.
Tre giovani sono stati trasportati al pronto soccorso del Maria Vittoria per essere medicati: uno ha riportato una ferita
al naso, guaribile in dieci giorni, due un trauma allo zigomo destro e un trauma facciale e sono stati dimessi con una
prognosi di otto giorni.
Gli aggressori, che hanno tra i 18 e i 53 anni, tre dei quali pregiudicati, dopo la rissa negli spogliatoi sono tornati a
casa. Ma i carabinieri li hanno rintracciati. E quella che avrebbe dovuto essere una semplice partitella si è conclusa con cinque denunce per 'lesioni personali aggravate in concorsò.
Sentiti dai militari, i protagonisti della vicenda non hanno dato particolari spiegazioni. Forse proprio il fastidio del
risultato insieme a qualche sfottò di troppo legato all’età e al fiato scarso.
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