"Guardo con interesse, rispetto, disponibilità alla discussione aperta dai referendum sul tema dell'autonomia. Sono disposto a fare dei passi in avanti". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, oggi a Marghera, avvertendo, però, "non abbiamo bisogno di ulteriori lacerazioni sociali ma bisogna ricucire le lacerazioni che la crisi ha provocato".
"Il Governo è pronto a un confronto di merito con le regioni su queste funzioni - ha detto Gentiloni - per avere regioni più efficienti. E questo è possibile anzi è probabile". Il premier si è detto pronto a portare avanti una discussione "nei limiti fissati dalle leggi e dalla Costituzione". "Si discute di come far funzionare meglio l'Italia - ha puntualizzato - e non dell'Italia. Il governo su questo ha la massima apertura ed è aperto al confronto".
Intanto il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, ha fatto saper di puntare ad andare al confronto con Palazzo Chigi sui temi del referendum sull'autonomia nel giro di "due, tre settimane", costruendo "in squadra" un progetto dettagliato per la Regione. "Noi partiamo oggi in Consiglio Regionale con la nostra strada, che è quella di dare attuazione a una risoluzione, perché questo dice il nostro quesito referendario e siamo vincolati a quello e intendo rispettarlo" ha detto a margine dell'inaugurazione di Smau, a Fieramilanocity".
"Ci diamo tempo due settimane, massimo tre, per costruire tutto il progetto e sono già d'accordo con Gentiloni e Bressa che appena siamo pronti noi sono pronti anche loro" ha spiegato Maroni. "Anche a me piacerebbe la Lombardia regione a statuto speciale, ma il nostro quesito dice un'altra cosa" ha precisato Maroni, sottolineando "la specialità della Lombardia, che è una terza via tra Regione a statuto speciale e a statuto ordinario". "Ho già parlato con i sindaci, il presidente dell'Anci Brivio, il presidente dell'Upl Martinelli - ha spiegato Maroni -. Ci vedremo non appena sarà depositata in Consiglio la risoluzione. Mi daranno una delegazione di amministratori: voglio andare con una squadra per organizzare qualcosa di istituzionale e dettagliato con tavoli su macroaree".
Anche dopo i referendum di Lombardia e Veneto, dice Matteo Salvini a Radio Anch'io "c'è una sola Lega che dà speranza a 60 milioni di cittadini italiani. Abbiamo permesso a milioni di persone di votare in maniera pacifica e ordinata, e già ci stanno chiamando estiamo lavorando per la Puglia, il Piemonte, l'Abruzzo e l'Emilia Romagna. Voglio una politica che spende meno e meglio". Torna sulla consultazione di domenica il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, parlando a Radio Anch'io. "Ci sono due milioni e mezzo di veneti che hanno dato mandato per trattare autonomia. Poi quanta autonomia deve arrivare... da persone serie si discute", si è limitato a ridpondere così il leader del Carroccio sullo Statuto speciale chiesto dal Veneto.
Salvini non è entrato nel merito della domanda, prendendosela con "i soliti analisti e giornalisti". Ma in un altro passaggio del suo breve intervento ha sostenuto che dopo i referendum di domenica "gli italiani devono decidere" se continuare a farsi governare da "un centralismo che ha fallito", pur restando "nell'ottica dell'unità nazionale".
"Come Consiglio regionale metteremo a punto una piattaforma rivendicativa per ottenere più competenze e più risorse su tutte le 23 competenze previste. Partirò chiedendo di discutere su tutte": lo ha detto a Radio Anch'io il governatore della Lombardia, Roberto Maroni. Maroni ha definito "straordinario" il risultato di quasi il 40% di affluenza ottenuto nel referendum in Lombardia.
Quella del governatore del Veneto, Luca Zaia, per lo Statuto speciale"è una proposta che va contro l'unità e l'indivisibilità del Paese". Lo ha detto il sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, a Radio Anch'io. "Non è una proposta catalana - ha risposto Bressa - ma una proposta che la Corte Costituzionale ha bocciato, e Zaia lo sa".