Anche dopo i referendum di Lombardia e Veneto, "c'è una sola Lega che dà speranza a 60 milioni di cittadini italiani. Abbiamo permesso a milioni di persone di votare in maniera pacifica e ordinata, e già ci stanno chiamando e stiamo lavorando per la Puglia, il Piemonte, l'Abruzzo e l'Emilia Romagna. Voglio una politica che spende meno e meglio". Torna sulla consultazione di domenica il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, parlando a Radio Anch'io.
"Ci sono due milioni e mezzo di veneti che hanno dato mandato per trattare autonomia. Poi quanta autonomia deve arrivare... da persone serie si discute", si è limitato a rispondere così il leader del Carroccio sullo Statuto speciale chiesto dal Veneto.
Salvini non è entrato nel merito della domanda, prendendosela con "i soliti analisti e giornalisti". Ma in un altro passaggio del suo breve intervento ha sostenuto che dopo i referendum di domenica "gli italiani devono decidere" se continuare a farsi governare da "un centralismo che ha fallito", pur restando "nell'ottica dell'unità nazionale".
"Come Consiglio regionale metteremo a punto una piattaforma rivendicativa per ottenere più competenze e più risorse su tutte le 23 competenze previste. Partirò chiedendo di discutere su tutte": lo ha detto a Radio Anch'io il governatore della Lombardia, Roberto Maroni. Maroni ha definito "straordinario" il risultato di quasi il 40% di affluenza ottenuto nel referendum in Lombardia.
Quella del governatore del Veneto, Luca Zaia, per lo Statuto speciale"è una proposta che va contro l'unità e l'indivisibilità del Paese". Lo ha detto il sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, a Radio Anch'io. "Non è una proposta catalana - ha risposto Bressa - ma una proposta che la Corte Costituzionale ha bocciato, e Zaia lo sa".
Caricamento commenti
Commenta la notizia