Sono molti i pericoli in casa dovuti a sostanze potenzialmente tossiche, ma il metanolo di solito non è tra questi. E' il parere di Antonino Reale, responsabile della Pediatria dell'Emergenza dell'ospedale Bambino Gesù di Roma, sul caso della bambina deceduta per avvelenamento. Una delle ipotesi al momento allo studio è che la sostanza fosse presente nella schiuma da barba del papà della bambina usato per fare uno 'slime' casalingo. "Il metanolo però è vietato nei cosmetici - sottolinea Reale -, inoltre la bambina ha nove ani, non è più nella fase in cui si mette tutto in bocca. Il caso deve essere studiato approfonditamente, al momento non ci sono elementi chiari". In generale, spiega Reale, è comunque poco indicato mescolare sostanze chimiche sconosciute in casa. "La casa è il posto più pericoloso per un bambino tra uno e tre anni, che hanno una grande mobilità ma non il senso del pericolo - sottolinea l'esperto -. I rischi in casa derivano dai detersivi, dai farmaci o dai cosmetici lasciati incustoditi, mentre un altro luogo pericoloso è il garage, dove potrebbero trovarsi carburanti, oli o acquaragia. Un altro problema non sempre affrontato riguarda le sostanze presenti nei giocattoli non di qualità. Un contatto occasionale non è pericoloso, ma se il gioco viene leccato per mesi può rilasciare sostanze tossiche".
La Procura di Roma ha disposto una consulenza per chiarire le cause della morte di una bambina di 9 anni di origini lucane, deceduta il 12 ottobre scorso al Bambino Gesù dove era giunta in condizioni disperate a causa di un attacco cardiaco. Nel corpo delle piccola fu trovato un tasso elevato di metanolo. Sul caso piazzale Clodio ha avviato un fascicolo di indagine, al momento contro ignoti, per il reato di omicidio colposo. Secondo i primi accertamenti svolti dagli inquirenti la presenza della sostanza, come riportano oggi alcuni quotidiani, sarebbe legata all'utilizzo da parte della ragazzina della schiuma da barba del padre utilizzata per ammorbidire lo "slime", un pongo gelatinoso molto diffuso tra i bambini. Al momento, secondo quanto emerge, non sarebbero stati accertati legami diretti tra l'uso di questo gioco e il decesso. La consulenza, disposta dal procuratore aggiunto Nunzia D'Elia e dal sostituto Maurizio Arcuri e che verrà depositata entro sessanta giorni, dovrà cercare di fare chiarezza su cosa abbia causato la morte della piccola. In primo luogo i consulenti dovranno verificare se la vittima fosse affetta da malformazioni cardiache o se a causare la morte sia stata una grave forma allergica a qualche sostanza che fino ad oggi non si era palesata.