Il nuovo contratto degli statali dedica un capitolo ad hoc al Codice disciplinare. Una mappa dettagliata delle condotte da evitare, degli obblighi da rispettare se non si vuole incappare in sanzioni che vanno dal semplice rimprovero verbale all'espulsione. Dopo otto anni di blocco e una riforma, quella firmata da Madia, appena entrata in vigore c'era da aggiornare il quadro e dalle prime bozze in circolazione le novità sembrano non mancare. Ecco che la P.a opta per il pugno di ferro contro molestatori e corruttori. Arriva così il licenziamento per chi si macchia di molestie sessuali o comunque di particolare gravità, quando il tutto non è riconducibile a un singolo episodio. Stessa 'pena' per chi prende e offre regali sopra i 150 euro in cambio di altri favori. Le nuove regole si mettono quindi al passo con i tempi, con i cambiamenti della società. Si pensi, ad esempio, che lo stalking è diventato reato nell'ordinamento italiano quando ormai l'ultimo contratto era già chiuso, era il 2009. Ovviamente le sanzioni sono graduate, per cui in prima battuta il travet in questione viene redarguito con una sospensione dal servizio e dalla retribuzione che va dagli undici giorni a sei mesi. Ma la P.a non perdona: se il molestatore è "recidivo" perde il posto. Una regola così chiara in passato non c'era e averla ora esplicitata, almeno stando ai testi preparatori, significa anche rafforzare la prescrizione, renderla cogente. Così è anche per le condotte già 'bandite', nel segno della lotta al malcostume, dal regolamento del 2013, il cosiddetto 'Codice di comportamento dei dipendenti pubblici'. Un decreto che risale al governo Monti, che ora viene reso operativo. Non solo si può, ma "si applica" direttamente il licenziamento per lo statale che accetta o chiede, per sé o per altri, doni non di "modico" valore come contropartita. Il regalo può prendere anche la forma di uno sconto e il travet può essere sia il destinatario che il mittente. La sostanza non cambia. E l'obiettivo è chiaro: mettere fine a favoritismi nei confronti di 'amici'. E con pari forza sono colpite le situazioni di conflitti di interesse. Il pacchetto di misure verrà discusso martedì, nel tavolo di confronto tra sindacati e Aran, l'Agenzia che è la faccia del governo nei negoziati sul contratto. Un contratto che sta prendendo forma, visto che le ultime indiscrezioni si sommano a quelle su 'furbetti del weekend', assenze, permessi per malattia e precariato (con il tetto di quattro anni al contratto a tempo determinato). Le parti sono orientate a chiudere al più presto la trattativa sui profili normativi per concentrarsi sugli aspetti economici. In ballo ci sono aumenti di 85 euro medi mensili. La partita sulle risorse però difficilmente potrà partire prima dell'approvazione della manovra, attraverso cui viaggia la copertura finanziaria. Probabile quindi che per la definizione dell'intesa occorra aspettare almeno i primi mesi del 2018, in pieno clima elettorale.
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