Nuove indagini su Pier Luigi Boschi, padre della sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena. Ed è bufera sul procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, che ascoltato nei giorni scorsi in commissione parlamentare d'inchiesta sui crac bancari, non ha informato la commissione del nuovo fascicolo aperto dalla procura.
Oggi Rossi, con una secca dichiarazione, interviene sulla vicenda: "Tutto quello che avevo da dire l'ho detto in commissione giovedì scorso". Rossi ha poi inviato al presidente della Commissione bicamerale, Pier Ferdinando Casini, una lettera, nella quale spiega la sua posizione sul caso del padre della Boschi.
La lettera è di un solo foglio e, secondo quanto appreso, Rossi sottolinea di aver risposto correttamente a tutte le domande. In particolare, sempre secondo quanto appreso, Rossi avrebbe ricordato di aver risposto sulla posizione di Pier Luigi Boschi precisando che non è tra gli ex del cda Etruria rinviati a giudizio, ma di aver annuito quando gli è stato chiesto se lui e altri potrebbero essere indagati.
La lettera, afferma Casini in una nota, Rossi "fornisce una risposta chiara ed esauriente". "Tutto il resto - rileva - afferisce ai giudizi politici che ciascun Gruppo ha il diritto di formulare".
Intanto il senatore Pd Andrea Marcucci annuncia che domani "alla ripresa delle audizioni in commissione di inchiesta sulle banche, chiederà al presidente Casini di riconvocare il Procuratore di Arezzo Roberto Rossi".
Contrattacca la Boschi: "Chi ha sbagliato ad Arezzo ha pagato e pagherà - scrive su Facebook -. Spero che accada anche altrove. Ma se vogliamo difendere i cittadini che hanno perso i risparmi da Ferrara a Vicenza, nelle Marche come in Toscana, dobbiamo verificare le vere responsabilità. Noi siamo interessati agli atti, non alle strumentalizzazioni. Qualcuno usa questa vicenda da due anni per attaccare me e il PD. Io penso che sarebbe più giusto fare chiarezza sugli errori fatti da tanti per non sbagliare più". E la sottosegretaria annuncia: "Ho firmato oggi il mandato per l'azione civile di risarcimento danni nei confronti del dottor Ferruccio de Bortoli. A breve procederò anche nei confronti di altri giornalisti". "Mi spiace - aggiune - dover adire le vie legali contro alcuni giornalisti, non lo avevo mai fatto prima. Nemmeno in presenza di affermazioni evidentemente diffamatorie. Ma credo che sia ormai necessario farlo perché sulla verità dei fatti si pronunci un tribunale in nome della legge. Perché la legge è uguale per tutti, davvero".
Scontro M5S-Pd - 'Ce le ricordiamo benissimo le esternazioni dei renziani nei giorni scorsi, dopo l'audizione in commissione Banche del procuratore di Arezzo che sembravano scagionare papà Boschi da ogni ulteriore coinvolgimento nella vicenda Banca Etruria. Vogliamo ascoltare cosa hanno da dire oggi gli stessi soloni che ieri esultavano', dice il deputato del 5Stelle in commissione Finanze Alessio Villarosa. 'La verità è agli atti. M5s mente', replica il Pd con Franco Vazio, membro della commissione sulle banche. Interviene anche il candidato premier M5S, Luigi Di Maio. "Quella gente là non ha più credibilità: rinuncino a voler governare questo Paese, la loro parola a livello nazionale e internazionale non vale più nulla. Hanno utilizzato lo stato per gli affari loro: non c'è nessuna novità ma ora è il momento di governare i cittadini. Noi, spero, saremo la prima forza politica del Paese la sera delle elezioni: chiederemo l'incarico di governo e cominceremo a restituire i soldi ai risparmiatori".
LA VICENDA - C'è un nuovo fascicolo aperto dalla procura di Arezzo sulla ex Banca Etruria: secondo quanto appreso si tratterebbe di uno spezzone di indagine che riguarda la vendita di obbligazioni considerate rischiose ai clienti retail che non avrebbero avuto il profilo per acquisirle. Nel registro degli indagati ci sarebbero membri del cda della Banca presieduto da Giuseppe Fornasari tra cui, secondo quanto riporta dal quotidiano La Verità, anche Pier Luigi Boschi, padre del sottosegretario Maria Elena, che è stato all'epoca vicepresidente della banca, sebbene senza incarichi operativi. L'apertura del fascicolo sarebbe scaturita dalle sanzioni comminate dalla Consob agli ex amministratori di Banca Etruria nel settembre scorso, per complessivi 2,76 milioni di euro. E riguarda il periodo 2012-2014, incentrato proprio sulle violazioni riscontrare nei prospetti informativi. La procura, sempre secondo quanto appreso, starebbe dunque valutando i profili penali relativi alle norme che puniscono il falso in prospetto e il ricorso abusivo al credito.
Sempre ieri è intervenuto il senatore Andrea Augello, componente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche, ha annunciato di aver "inoltrato al presidente Casini, preannunciandogliela telefonicamente, una formale richiesta affinché venga accertata l'esistenza di un filone di indagine sulla denuncia della Consob riguardo alle falsificazioni dell'ultimo prospetto per l'emissione di obbligazioni subordinate di Banca Etruria.
Se così fosse - ha affermato Augello - ovviamente sarebbero in questo momento indagati i componenti del cda che deliberarono su quel prospetto, e di tutto ciò il procuratore di Arezzo Roberto Rossi non avrebbe ritenuto di informare la Commissione.
Il presidente Casini dovrà accertare queste circostanze e qualora fossero confermate" il senatore Augello ha già preannunciato la sua volontà di proporre alla Commissione "di trasmettere l'audizione del dottor Rossi al Csm affinché - ha concluso - ne sanzioni il comportamento reticente e omissivo davanti al Parlamento italiano".
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