Gli amministratori locali espressione delle cosche in Calabria e i rapporti obliqui con la politica in Germania. C’è pure questo nella maxi-inchiesta “Stige” sfociata martedì in 169 arresti (il 170. destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare si è costituito ieri a Crotone) e nel sequestro di 60 società, oltre che di centinaia d’immobili e autovetture. Le oltre 1.300 pagine del provvedimento eseguito dai Carabinieri su richiesta della Dda di Catanzaro ricostruiscono la storia criminale della cosca Farao Marincola, a partire dai rapporti tra il boss Giuseppe e il capo della ’ndrina di Strongoli, Salvatore Giglio, detenuti per anni nella stessa cella. Tempo passato non solo a definire strategie, ma anche a smussare gli angoli di frequenti contrasti e a spartirsi business a nove zeri.
Interessi dall’Italia fino alla Germania quelli smantellati dal blitz dell’Arma. Il presunto plenipotenziario in terra tedesca, Mario Lavorato, già indagato in passato per fatti di mafia, fondatore dell’Associazione Ristoratori Mandatoriccesi in Germania, sarebbe stato l’ispiratore della politica espansionistica e commerciale oltre confine. Già nel 2006 la polizia tedesca lo ritrovò in più occasioni in compagnia di un pezzo da novanta del partito Cdu, Gunter Gettinger, frequentatore della pizzeria gestita dal calabrese.
A Crotone, intanto, si stanno approfondendo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Vincenzo Marino, secondo cui rifiuti speciali ospedalieri sarebbero stati smaltiti «nei pressi della scuola elementare, vicino a casa di Pino Vrenna», il boss crotonese a sua volta pentitosi nel 2010.
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