"Ritengo sia utile assegnare temi in cui i ragazzi possano esprimere se stessi e illustrare le situazioni anche difficili che si trovano a dover affrontare: conosco decine di casi in cui gli insegnanti e i dirigenti sono riusciti ad intervenire e a risolvere problemi, una volta che e' andata male non possiamo demonizzare la scuola". A dirlo è Antonello Giannelli, che guida l'Anp (Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola), commentando il tragico caso della quattordicenne di Cassino (Frosinone) che in un compito assegnato dalla scuola ha denunciato gli abusi subiti dal padre che si è suicidato quando gli sono stati stati notificati l'ordinanza di allontanamento dalla casa familiare e l'obbligo di indossare il braccialetto elettronico. "La scuola ha un ruolo importante, il sistema scolastico è riuscito spesso a intercettare il malessere e a gestirlo per tempo: sono contrario a divieti sulla possibilità di assegnare compiti in cui i ragazzi si aprano, consentendo di intervenire. Il ruolo degli adulti - dice Giannelli - è educare, tirare fuori da ognuno l'adulto che è, ma questo è processo lungo anni. Lancio una spada in difesa della scuola, che anche nei territori in cui lo Stato è meno presente, c'è sempre". "Viviamo in una società complessa - osserva Giannelli - e anche il ruolo della comunicazione è fondamentale. Non ricerco colpevoli, ci mancherebbe, certo è che la scuola non può sostituirsi alla famiglia né porre rimedio a certe carenze o a disagio che ha portato, in questo caso, a queste conclusioni". La scuola spesso riesce a risolvere molti problemi: "tanti insegnanti e dirigenti si impegnano al massimo e molte situazione vengono disinnescate prima che si arrivi a questi esiti tragici; non sempre - ragiona il presidente dell'Anp - si riesce a intercettare le difficoltà, né la scuola può essere una sorta di 'consultorio'. Non è il luogo in cui si possono fare diagnosi, eppure molto spesso lo si fa, anche se non si dà notizia dei molti casi in cui la scuola riesce a fornire elementi per superare le difficoltà. Nel tragico evento di Cassino questo non è riuscito: a volte i meccanismo psicologici sono insondabili". In ogni caso, per Giannelli, "dare la possibilità di ascolto alle esigenze dei ragazzi è un bene", e numerose scuole hanno attivato progetti per l'ascolto dei ragazzi da parte di consulenti e psicologi. "Credo sia utile - ribadisce il docente - dare temi in cui gli alunni illustrano situazioni difficili che gli insegnanti possono così intercettare e cercare di risolvere; potrei dire tanti casi in cui questo è andato a buon esito, non possiamo demonizzare la scuola, priverebbe la società di una sonda che consente di risolvere tante difficoltà. Indubbiamente questi processi vanno gestiti in modo professionale". Quanto al dirigente della scuola di Cassino che informato dall'insegnante del contenuto del tema della ragazza si è rivolto alle forze dell'ordine, "ha fatto il suo dovere, la denuncia doveva sporgerla. Certo, poi c'è la tematica della fuga di notizie. La categoria dei giornalisti, e non solo questa, si deve interrogare sulla deontologia professionale: sospenderei su questo il giudizio. Indubbiamente se non collaboriamo tutti, i rischi ci sono, soprattutto oggi, in una società che è sempre più complessa, liquida: è importante la consapevolezza e il fatto che si agisca in sinergia. Un professionista serio ritengo debba fare una valutazione sulla notizia e sulla sua diffusione".
Caricamento commenti
Commenta la notizia