Sabato 23 Novembre 2024

Pm Roma, sentenze "aggiustate" per 400 mln

Pm Roma, sentenze "aggiustate" per 400 mln

Sono tre le sentenze "aggiustate" contestate dai pm della Procura di Roma all'ex presidente di sezione del Consiglio di Stato, Riccardo Virgilio, indagato per corruzione in atti giudiziari nell'inchiesta, coordinata con la Procura di Messina, che ha portato oggi all'arresto di 15 persone. Il giudice Virgilio (oggi in pensione) avrebbe 'pilotato' tre sentenze che hanno inciso favorevolmente per clienti degli avvocati Pietro Amara e Giuseppe Calafiore (indagati in concorso con il magistrato).

Le sentenze, in particolare - in base a quanto accertato dai procuratori aggiunti Paolo Ielo, Rodolfo Sabelli e Giuseppe Cascini - riguardano una società del gruppo Bigotti che, nell'ambito delle gare Consip, riesce ad ottenere un appalto pari a 388 milioni di euro. Nei procedimenti Enzo Bigotti era difeso da Amara.

L'attività di indagine che coinvolge l'ex presidente del Consiglio di Stato, Riccardo Virgilio, nasce dall'analisi dei flussi finanziari di alcuni imprenditori. In particolare i magistrati di Roma seguendo il denaro delle società legate all'imprenditore Fabrizio Centofanti individuano una somma di 751 mila euro depositata in Svizzera il primo gennaio del 2016 e riconducibile a Virgilio. Si tratta di denaro che il magistrato non ha dichiarato al fisco e non, precisano gli inquirenti, frutto di corruzione. Il denaro viene poi spostato su una società maltese legata agli avvocati Pietro Amara e Giuseppe Calafiore e gestita da una loro testa di legno. In base a quanto ricostruito dagli inquirenti i due avevano proposto a Virgilio di investire quel denaro e qualora fosse andata male l'operazione, sarebbe stata compensata da una fidejussione personale dei due verso il giudice. L'investimento proposto coinvolgeva una società dell'imprenditore Andrea Bacci (non indagato nel procedimento), in passato socio del padre di Matteo Renzi. Per chi indaga l'utilità corruttiva sta nella promessa della garanzia personale fatta dai due avvocati se l'affare fosse andato male.

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