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Ma non è la stessa cosa
di “Ti lascio una canzone”?

Ma non è la stessa cosa di “Ti lascio una canzone”?

C’è Antonella Clerici che presenta, una giuria numerosa, che si chiama Academy per fare più struscio, un numero ragguardevole di ragazzi che cantano e un vincitore da decretare fra un tot di settimane, naturalmente su Raiuno, il venerdì. Tutto ciò farebbe pensare che “Ti lascio una canzone” è tornato a nuova vita. No, errore, questo s’intitola “Sanremo Young” e va in onda ovviamente da Sanremo. Il motivo per il quale un programma uscito dalla porta principale della Rai sia rientrato dalla finestra onestamente ci sfugge. Immaginiamo che si chiami «Young» non solo perché i concorrenti, che vanno dai 14 ai 17 anni, sono un po’ più cresciuti di quelli che anni addietro la Clerici ha covato tanto amorevolmente fino a far loro spiccare... il Volo, ma soprattutto si chiama young per non ingenerare confusione con Sanremo giovani, che ricade comunque sotto l’ombrello festivaliero.

Certo, del Festival di Sanremo la Clerici ha sfruttato, oltre che la location, anche la contiguità temporale, ma ciò non toglie che l’operazione ci sembra stantia sotto tanti punti di vista. Di talent per cantanti più o meno cresciuti ormai non sappiamo che farcene. Fra qualche mese tornerà su Raidue con una giuria nuova di zecca anche “The Voice”, programma di Raidue che non ci pare sia riuscito a fidelizzare il pubblico; Maria De Filippi ha reclutato Luca Tommassini per il serale di “Amici” e già si discute sulla prossima giuria di X Factor. Insomma, abbiamo un talent canoro trimestrale assicurato come il pagamento dei contributi Inps.

Spesso le cover sono inadatte per voce, stili e sentimenti. Una generazione che cresce con il rap o il trap non sempre ha la maturità artistica per interpretare canzoni che hanno una storia non solo musicale ma anche ideale e, comunque, certe esibizioni lasciano intendere che lo spirito con il quale i ragazzi si avvicinano a questa esperienza non è olimpico, ma ben mirato ad un futuro nel mondo dello spettacolo, che poi sia nelle piazze delle feste patronali o negli stadi, solo il futuro potrà dirlo.

Così Sanremo Young sembra l’ennesima fabbrica delle illusioni più per i genitori che per i ragazzi, se è vero che i 12 di partenza sono stati scelti fra più di mille domande pervenute. Genitori che applaudono, che se il regolamento lo consentisse, sarebbero anche pronti a ricorrere al Tar per far riammettere in gara i loro figli, per i quali sognano un futuro da rockstar, come i loro nonni sognavano un posto fisso al comune di Vattelapesca marina.

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