Il Movimento 5 stelle è il primo partito con alcune proiezioni che lo danno oltre il 30%, la Lega supera Forza Italia di circa 2-3 punti percentuali, con la coalizione di centrodestra, nel suo insieme, che stacca i pentastellati di circa 5-6 punti. Il Pd tracolla, rischiando di non arrivare a toccare nemmeno il 20%, mentre il risultato di Liberi e Uguali delude di molto le aspettative, superando di poco il 3 per cento, soglia di sbarramento per poter entrare in parlamento. Incerto il destino di +Europa, la formazione guidata da Emma Bonino che potrebbe non tornare a sedere sugli scranni di Camera e Senato. Un quadro, quello disegnato dagli exit poll e dalle prime proiezioni che, se sarà confermato, disegna un parlamento senza una maggioranza certa. Nessuna forza politica, infatti, nè da sola nè in coalizione avrebbe la maggioranza e, quindi, l’autosufficienza per poter governare senza 'innestì esterni. Ma dai primi dati appare anche alquanto difficile la strada di un governo di larghe intese, con Pd e FI senza numeri per poter condurre i giochi e un centrodestra a trazione Lega che ha sempre escluso "inciuci". Da ricordare, inoltre, come ha ribadito anche oggi Alessandro Di Battista, che i 5 stelle non intendono aprire ad altre soluzioni se non quella di un governo pentastellato a cui altre forze danno l’appoggio su determinati provvedimenti: ovvero, in altre parole, solo alle condizioni dettate dagli stessi 5 stelle.
Intanto i pentastellati si godono la vittoria e esultano, parlando di "risultato storico" e affidando al Movimento il ruolo di "pilastro della legislatura". Alessandro Di Battista mette subito in chiaro: "Ora tutti i partiti dovranno venire a parlare con noi, alle nostre condizioni di trasparenza". Un messaggio rivolto sia agli avversari politici che ai piani alti istituzionali. Dalle parole di Di Battista si evince, infatti, che i pentastellati si attendono di tenere in mano il boccino, con tutto ciò che ne deriva. Le altre forze politiche, però, frenano e prendono le distanze, ad eccezione di Leu: "Il Pd non è interessato a un governo con i 5 Stelle. Non è questione di antipatia o simpatia ma il M5S ha proposte incredibili", scandisce il dem Ettore Rosato, che ribadisce: "Staremo all’opposizione". Stesso discorso in casa Forza Italia, con Paolo Romani che si spinge a garantire anche per la lealtà della Lega: "Non penso che la Lega si metta a fare una intesa con i 5 stelle, l’accordo con il centrodestra è forte". Ignazio La Russa esclude un accordo tra FdI e M5s: "L'incompatibilità nasce dalla natura dei due partiti", sottolinea. Quanto ad un’eventuale accordo Lega-M5s, l'esponente di FdI lo definisce "improbabile". Dalla Lega nessun commento, solo un tweet di Matteo Salvini che si limita a scrivere a lettere maiuscole "Grazie". Poi il fedelissimo Giancarlo Giorgetti che spiega: "parleremo prima con i nostri alleati. sappiamo cosa dobbiamo fare". Leu, invece, non è così netto nell’escludere possibili avvicinamenti con i 5 stelle: "Quello che dice Di Battista ha un suo fondamento, è un tema che interrogherà anche il Pd", osserva Alfredo D’Attorre, che aggiunge: "Con questi dati è difficile fare un governo senza parlare con i grillini. Ora tutti, anche il Pd, deve valutare se dobbiamo spingere M5s ad aprire alla Lega o dobbiamo valutare altre soluzioni".
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