Un appello a responsabilità alle altre forze politiche ma anche un avvertimento: il Movimento cinque stelle non teme il ritorno alle urne ed è, tra l'altro, destinato a crescere. Così Luigi Di Maio è intervenuto alla Stampa Estera nella prima intervista dopo le elezioni.
"Non contempliamo alcuna ipotesi di governo di tutti o istituzionale: gli italiani hanno votato un candidato premier".
"Chiedo - è il suo appello - responsabilità a tutte le forze politiche: il debito, la disoccupazione, la tassazione delle imprese e la disoccupazione giovanile non aspettano le liti di partito. Dobbiamo liberare l'Italia. Le forze politiche stanno chiedendo di tornare a votare? A noi non spaventa". "Sempre più gente - ha detto in un altro passaggio - si convince che M5s sia l'unica possibilità per uscire dal baratro dei partiti: per questo credo che siamo destinati a crescere".
"Non siamo disponibili a immaginare una squadra di governo diversa da quella espressa dalla volontà popolare:c'è stata una grande investitura".
"Le presidenze delle camere - ha osservato - non riguardano la questione del governo, non devono essere legate a dinamiche di governo, ma sono figure di garanzia che riguardano il Parlamento".
"Sfido chiunque - ha detto Di Maio - a dire che il programma M5s è un programma estremista", "abbiamo fatto - ha evidenziato - una campagna promettendo che non avremmo lasciato l'Italia nel caos, che non saremmo usciti dall'euro e basata sul dialogo".
"Queste elezioni - ha detto ancora - sono state uno schiaffo al vecchio modo di fare politica: è un segnale che va colto. Questo voto è stato un voto postideologico".
Il leader M5s ha replicato anche al ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, sul Def dopo la sua presa di posizione a Bruxelles. "Le nostre misure economiche saranno sempre ispirate alla stabilità del Paese: non vogliamo trascinare le dinamiche economiche nelle diatribe politiche. Credo che oggi Padoan sia stato molto irresponsabile a trascinare le questioni tra Italia e Bruxelles rispondendo 'non so' a proposito del futuro dell'Italia. E' stata quasi una provocazione, come a dire che 'ora che me vado all'opposizione avveleno i pozzi. Tutti siamo chiamati alle responsabilità".
"Il tema dei cambi di casacca interessano i singoli parlamentari, non sto incoraggiando cambi di casacca, ci mancherebbe altro..Siamo per rivedere il vincolo di mandato. Ma credo nella democrazia parlamentare, è giusto che le forze politiche dialoghino, si confrontino sulle leggi, non sulle cariche", ha detto in un altro passaggio.
"Io penso ad avviare questa legislatura, non alla legge elettorale", ha detto ancora il leader M5s parlando della legge elettorale.
"Non penso sia semplicemente una visione di Macron e della Merkel: tutta l'Europa riflette su come cambiare e io non ho pregiudizi, noi non vogliamo avere niente a che fare con gli estremisti".
"Le parole di Luigi Di Maio sono solo arroganti e per niente utili all'Italia - ha detto il vicesegretario, reggente del Partito democratico, Maurizio Martina -. Altro che responsabilità. Insulta il ministro dell'Economia che ha garantito la tenuta del Paese e la sua ripartenza per poi predicare dialogo: una farsa. Di Maio dovrebbe accorgersi che il tempo della propaganda è finito
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