Sarebbero oltre cento i missili lanciati da Usa, Francia e Gran Bretagna contro tre siti chimici del regime siriano, ma "un numero considerevole" sarebbe stato "intercettato e abbattuto" dai sistemi di difesa di Damasco. E i jet militari russi "stanno pattugliando lo spazio aereo" siriano. "L'attacco è stato eseguito perfettamente. Missione compiuta", ha commentato il presidente americano Donald Trump esprime soddisfazione su Twitter per i raid in Siria. Sono almeno 65, secondo le stime dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, ong vicina all'opposizione con base in Gran Bretagna, i missili distrutti dalla contraerea di Damasco. Mosca in precedenza ne aveva contati 71.
"Ogni obiettivo scelto è stato colpito con successo", affermano i vertici delle forze armate americane durante un briefing al Pentagono per descrivere i risultati dell'intervento. L'attacco di stanotte "ha azzoppato il programma di armi chimiche" di Damasco e indebolito la possibilita' di futuri attacchi chimici da parte del regime di Assad, affermano i vertici del Pentagono, sottolineando come i bombardamenti porteranno il programma di armi chimiche siriano indietro di anni.
La versione di Mosca sull'attacco parla ancora di numerosi punti oscuri, a partire dalle modalità del coordinamento dell'azione e dal fatto che questa sia stata preventivamente comunicata al Cremlino: una circostanza negata dal capo di Stato maggiore delle forze armate americane, Joseph Dunford, e invece sostenuta dalla ministra della Difesa francese, Florence Parly.
Ma l'ambasciatore americano Jon Huntsman ha riferito che gli Stati Uniti hanno contattato la Russia prima dell'attacco in Siria, per evitare vittime fra i militari russi e la popolazione civile . I raid, ha sottolineato, non rappresentano un conflitto fra superpotenze.