Venerdì 15 Novembre 2024

Una scelta che arriva
a guerra ormai finita

Una scelta che arriva a guerra ormai finita

Inutile, dannoso e sprezzante del Diritto internazionale, perché l’Onu è stata scavalcata. O forse ancora peggio: studiato da statisti incapaci di capire la differenza tra tattica e strategia. L’attacco contro la Siria di Assad, portato da americani, francesi e inglesi, ognuno per i suoi interessi, dimostra come la diplomazia sia giunta ormai a uno dei livelli più bassi della sua storia contemporanea. Il “blitz” di oltre 100 missili da crociera, “belli e intelligenti”, come li ha definiti Trump con un sarcasmo da osteria, infatti, militarmente non serve a un fico secco. Politicamente peggiora solamente le cose e rischia di trasformare una commedia in tragedia.

Semplicemente, i governi di Washington, Londra e Parigi si sono messi a giocare con i cerini in un deposito di benzina, alla faccia della comunità internazionale. Le ragioni? Molte, diverse e squisitamente individuali. Questi signori non rischiano certo la terza guerra mondiale con i russi per cause “umanitarie”, siatene certi. Negli ultimi settant’anni abbiamo assistito a genocidi, massacri indiscriminati, conflitti belluini e atrocità assortite senza che nessuno si muovesse. Erano tutti girati dall’altro lato. Oggi, all’improvviso, alla fine di una guerra che ha già fatto 500mila morti, si risvegliano le coscienze. Alzi la mano chi ci crede. Trump, convinto dai “falchi”, si è messo contro tutto il Pentagono pur di sparare i suoi missili. Secondo l’autorevole BBC, il presunto attacco chimico di Douma ha provocato alcune decine di vittime “dirette”. Più o meno accertate. Assad è stato accusato di avere usato i gas, in precedenza, una cinquantina di volte. Ergo: bisognava pensarci sette anni fa a intervenire, quando l’uso della forza avrebbe avuto un senso.

In questo momento, a guerra praticamente finita, l’attacco serve solo a esasperare le tensioni in tutto il Medio Oriente. Una macro-area di crisi in cui, alla vecchia questione palestinese si somma lo scontro titanico e mortale tra sunniti e sciiti. O fra Arabia Saudita e Iran, con Israele in mezzo, tanto per fare nomi e cognomi. Religione? Quella è la scusa. Sotto sotto divampa una lotta senza quartiere per la supremazia regionale, che significa più potere contrattuale in politica estera, energia e dollari. Tanti dollari. Trump, la May e Macron hanno detto in coro: “Abbiamo le prove”. Beh, speriamo che non siano come quelle costruite a tavolino dalla Cia per scatenare la Seconda Guerra del Golfo, costata, tra annessi e connessi, oltre 700mila morti.

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