L'Italia potrebbe tornare ad avere un presidente del Consiglio non parlamentare: qualora Giuseppe Conte, professore di diritto, fosse incaricato come premier dal Capo dello Stato, sarebbe la sesta volta nella storia repubblicana che a occupare Palazzo Chigi si ritroverebbe un tecnico o un professore che non è stato eletto in precedenza dai cittadini come deputato o senatore.
Il primo a essere presidente del Consiglio (e poi Capo dello Stato) senza il titolo di onorevole è nell'aprile del 1993 l'ex-governatore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi: nominato dal presidente della Repubblica, così come prevede la Costituzione, in un periodo di delegittimazione della politica a seguito degli scandali di Tangentopoli rimane in carica fino al 1994 quando si va a elezioni e a Palazzo Chigi arriva per la prima volta Silvio Berlusconi (1994). Non bisogna attendere però molto per avere di nuovo un tecnico alla guida del Paese: nel 1995 infatti tocca a Lamberto Dini.
Anche il nuovo inquilino di Palazzo Chigi ha un passato in Bankitalia e nel primo governo del Cav è stato ministro del Tesoro; incaricato dal presidente Scalfaro dà vita ad un Esecutivo composto esclusivamente da ministri e sottosegretari tecnici e non parlamentari. Con le elezioni del 1996 a Palazzo Chigi si insedia Romano Prodi, poi arriva Massimo D'Alema seguito da Giuliano Amato che sarà a capo del governo dall'aprile del 2000 al giugno del 2001. Per quest'ultimo è la seconda volta da premier e in questa Legislatura, a differenza della prima esperienza, non è né deputato né senatore.
Passano dieci anni e l'Italia si trova nel mezzo della crisi economica e finanziaria: il capo dello Stato Giorgio Napolitano affida l'incarico di presidente del Consiglio a Mario Monti. Tecnicamente è parlamentare perché tre giorni prima della suo incarico è stato nominato, sempre dal Colle, senatore a vita. Ma non è un eletto. Infine, nella scorsa Legislatura tocca a Matteo Renzi: è segretario del Pd ma non è eletto in Parlamento, succede a Enrico Letta e resta a Palazzo Chigi dal 2014 al 2016 quando, a causa della sconfitta al referendum sulle riforme, si dimette e passa il comando a Paolo Gentiloni.
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