Come previsto, Nicolas Maduro è stato rieletto alla presidenza del Venezuela, ma con un crollo del 33% della partecipazione al voto, col suo principale sfidante che si rifiuta di accettare il risultato e con una serie denunce di irregolarità da parte di candidati e media dell'opposizione. Secondo i risultati ufficiali annunciati dal Consiglio nazionale elettorale (Cne), Maduro ha ottenuto il 67,7% dei voti (circa 5,8 milioni) contro il 21,2% (circa 1,8 milioni di voti) di Henri Falcon, ex governatore e chavista dissidente, mentre il pastore evangelico Javier Bertucci si è fermato a 930 mila voti. Ma il dato cruciale è stato quello dell'affluenza: secondo il Cne è stata del 46,1%, mentre un portavoce del Fronte amplio dell'opposizione l'ha dichiarata "al di sotto del 30%". In qualsiasi dei due casi, rappresenta un crollo sensibile rispetto alle ultime presidenziali, quando è stata del 79,69%. La coalizione antichavista del Tavolo dell'unità democratica (Mud) - esclusa dalle elezioni dal Cne - aveva chiamato al boicottaggio del voto, definendolo illegale, ma anche Falcon, che aveva accettato la sfida delle urne, ha finito per gettare la spugna e dichiarare che non accetta la legittimità delle elezioni. "Disconosciamo questo processo elettorale e lo qualifichiamo di illegittimo" ha dichiarato ore dopo la chiusura dei seggi, aggiungendo che "questo processo non è stato reale" e "per questo "esigiamo che si convochino nuove elezioni". Maduro gli ha risposto in tono sprezzante nel suo primo discorso dopo l'annuncio della sua rielezione, chiamandolo "il candidato bugiardo" che "respinge i risultati prima che siano stati dati: non si era mai visti nella storia". "Non c'è più onore; non c'è molto che ci si possa aspettare da questa opposizione", ha osservato il presidente, malgrado abbia lanciato un appello al "dialogo nazionale" con tutti i settori durante lo stesso discorso. L'erede di Hugo Chavez ha esultato, annunciando che "è la prima volta che un candidato vince con il 68% dei voti, a 47 punti dal candidato bugiardo" e che la sua vittoria segna "una nuova tappa trionfale nella storia della rivoluzione bolivariana".
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