Gratta gratta, che sotto il cappello con tanto di penna bavarese spunta sempre l’elmo chiodato prussiano. Ora, lungi da noi l’idea di metterla sul terreno del becero campanilismo nazionalistico, ma quello che ha (o avrebbe) sguaiatamente detto ieri il Commissario UE al Bilancio, tale Günther Oettinger, dà ragione a quanti dicono che nell’Unione Europea i tedeschi hanno non solo la tendenza a fare i capiclasse, ma sono anche preda di quel complesso del “piccolo padreterno” che li porta a mettere sempre gli altri dietro la lavagna. E ti deve andare pure bene.
Dunque Oettinger avrebbe sentenziato, se non nella forma nella sostanza, che saranno i mercati a insegnare come si vota agli italiani. Tranne poi, per la serie la pezza è peggio del buco, smentire, quando la papera diplomatica era diventata grossa quanto uno struzzo del Serengeti. Punto. Lui non viene dal pianeta Papalla, ma dal Baden Württemberg, leggiadro laender renano di una nazione che, libri di storia alla mano, in quanto a lezioni di democrazia dovrebbe forse più prenderne che darne. Sia detto col massimo rispetto, perché la Germania è onusta di glorie e di allori, ha dato tanto all’umanità, in termini di arte, cultura, scienza e tecnologia. Ma… ma diceva il nostro grande Quinto Orazio Flacco, “est modus in rebus”. C’è modo e modo di fare (e dire) le cose. Qualche difettuccio, insomma, “Grosse Deutschland”, assieme ai suoi rubizzi cittadini, ce l’ha.
E pure Herr Oettinger, sicuramente non un modello di statista, è uno che ci fa e ci è. A seconda del luppolo che predilige nei momenti topici. Nel 2014, quand’era Commissario all’Energia, aveva proposto di fare sventolare a mezz’asta le bandiere dei Paesi debitori. E venne immediatamente subissato di critiche, improperi e richieste di dimissioni. Lo salvarono Barroso e la Merkel. All’epoca della crisi greca, poi, Oettinger voleva commissariare tutti gli alti funzionari del governo di Atene «per manifesta incapacità». Inutile dire che ci mancò poco che a Bruxelles spuntassero opliti, spartani e tebani, assieme a Leonida, per fargli pelo e contropelo. Ieri il Presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk (in arrivo dalla Polonia, che di tedeschi “d’assalto” se ne intende) lo ha bacchettato. E pure il capo della Commissione, Juncker.
Di fronte a cotanta reazione, ti credo che il Feldmarschall Oettinger non abbia trovato di meglio che rintanarsi nelle trincee da cui era baldanzosamente uscito e chiedere aiuto ai giornalisti. Che avrebbero interpretato male le sue riposte. Verstand sie nicht?