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Quest’idea «personale» del ministro

Quest’idea «personale» del ministro

Certo che il ministro leghista Fontana è libero di avere le sue idee, ma – guarda un po’ – sono idee che offendono i gay, le famiglie arcobaleno (che esistono eccome) e un’infinità di italiani, in mezzo ai quali ci sono elettori del M5S e del Carroccio, persone perbene che non si riconoscono in nessuna discriminazione, né nell’intolleranza, né si sentono depositarie di verità esclusive e superiori.

Qualcuno osserva: che c’era da aspettarsi da questo nuovo pargoletto, il ministero “della Famiglia”, che sostituisce quello per le “Pari opportunità”? Che cos’altro avrebbe potuto dire già dai primi vagiti? Ebbene, dissentiamo. Certo, avevamo notato la diversa postura, rispetto ai governi precedenti, su temi così cruciali, ma credevamo fosse una mossa (l’aggettivo mettetecelo voi) per compiacere un po’ qua e un po’ lì: la vecchia destra, la vecchia Chiesa, la vecchia che abita in Ciociaria e continua a elencare sciocchezze sull’omosessualità.

Il ministro “della Famiglia e delle disabilità” (boom boom boom, ma se questa è la partenza...), smentito da Salvini, ha poi tentato di sdrammatizzare: «Polemica strumentale». E in molti ce l’avrebbero con lui perché è cattolico. Ma che dice?

Salvini, il solito prestigiatore, se l’è cavata dicendo che unioni civili e aborto (sì, ha tirato dentro pure l’aborto) non sono all’ordine del giorno, non sono nel “contratto”. Quindi Fontana può parlare quanto gli aggrada, tanto quel che dice – anche su delicati argomenti relativi al suo ministero – non conta niente. Le sue idee, insomma, c’entrano poco con quanto – in tema di uomini, donne, bimbi, famiglie, libertà sessuale – pensano i capi dei due partiti che governano il Paese.

Certo che Fontana è libero di avere le sue idee. Ma qualcuno glielo ha spiegato che è un ministro della Repubblica e sarebbe espressione di un governo perlomeno “mezzo politico”?

Giornale di bordo, prime 24 ore: c’è il dio-contratto, ci sono i due vicepremier, gli altri sembrano tutti ingaggiati come “esecutori”.

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