I saldi partono sabato in tutta Italia ma è già polemica sulla reale entità degli sconti. Se per la Confesercenti saranno nell'ordine del 30-40%, l'Unione nazionale consumatori ha dati diversi e dice che storicamente non hanno mai superato il 25%. Quale che sia la verità, mancano poche ore al via nei circa 280mila negozi (uno su tre) sparsi su tutto il territorio nazionale, dopo che un paio di regioni hanno fatto da apripista. Il primo luglio la stagione dei ribassi è partita in Sicilia, mentre il giorno successivo è stata la volta della Basilicata.
Stando al sondaggio effettuato dalla Fismo Confesercenti, chi ha già fissato un budget prevede una spesa media di 165 euro a persona, anche se con profonde differenze territoriali. Ma il dato finale potrebbe essere molto diverso: nonostante sia interessato ai saldi l'85% dei consumatori, solo il 34% ha già stabilito di acquistare, mentre il 51% deciderà a seconda delle occasioni che troverà curiosando tra le vetrine.
La voglia dell'affare è confermata anche dalle intenzioni di acquisto: la metà dei consumatori (il 50%) vuole usare i saldi per accaparrarsi i capi più convenienti, mentre il 28% punta alla qualità. Solo il 5%, invece, è interessato a capi firmati. Le aziende commerciali contano molto sui saldi per invertire la tendenza dopo un inizio d'anno difficile: tra meteo pazzo ed instabilità politica, infatti, il primo semestre 2018 ha fatto registrare le peggiori vendite dell'ultimo triennio. E così si preparano a riduzioni di prezzo che, secondo l'associazione dei commercianti, per molti partiranno già dal 30-40%, mentre l'11% degli imprenditori sarebbe intenzionato a spingersi anche sopra questa soglia.
La previsione, però, non convince l'Unc, che descrive uno scenario abbastanza diverso: "Ci piacerebbe - dichiara l'associazione - credere a degli sconti pari in media al 30-40%. Lo speriamo e lo auspichiamo. Peccato che abbiamo analizzato la serie storica degli sconti praticati secondo i dati ufficiali Istat. Ebbene, nel passato sono sempre stati sotto la soglia del 25%, con la sola eccezione del gennaio 2015, quando per la voce indumenti si è arrivati al 25,4%. Fu l'anno dei ribassi record: le calzature furono scontate del 23,6%, l'abbigliamento del 23,4%". Per quest'anno, invece, secondo l'associazione dei consumatori i ribassi dovrebbero aggirarsi sul 21% per l'abbigliamento e del 20,4% per le calzature.
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