Si sono fidanzate con una cerimonia semplice: lei con un caftano bianco e il diadema sui capelli, l'altra pantalone nero e camicia bianca, la testa rasata ai lati. Scambio di latte, datteri e baci, come da tradizione. Tutto filmato e postato su Facebook dagli invitati. Ma in soli due giorni, Fatima-Zahra, Faty per gli amici e Hiba, rispettivamente di 19 e 20 anni, hanno ricevuto una pioggia di insulti.
Gli scatti con la torta di fidanzamento e i loro nomi scritti con la panna hanno fatto il resto: l'omosessualità oltre che tabù, in Marocco è anche reato.
Una raffica di messaggi d'odio e di minacce ha travolto le due ragazze che si sono affrettate a smentire. "Era solo una bravata", hanno dichiarato ai microfoni di radio e tv private.
"Siamo amiche, solo amiche da più di cinque anni e questa storia della cerimonia non è altro che uno scherzo - dicono - c'erano altri amici tra gli invitati a quella festa, ma non vogliono essere tirati in ballo e ci hanno lasciate sole".
Ma la madre di una delle due ragazze, tra le lacrime, ha lanciato un appello in tv: "Aiutate mia figlia, è malata. Si veste da uomo". La ragazza, judoka dilettante, è infermiera di professione. Le due sono di Oujda, nel Marocco del Nord.
"Avevamo riservato un locale per fare festa e divertirci tra amici - hanno raccontato - qualcuno ha scattato le foto e fatto il filmato: ora siamo nella tempesta, le nostre famiglie ci rinnegano, gli amici sono spariti e ci sono sconosciuti che vorrebbero vederci morte".
Non è la prima volta che storie simili scatenano reazioni di odio, l'ultima, a Marrakech, ha coinvolto due ragazze di 16 e 17 anni, sorprese a baciarsi sul terrazzo di casa e denunciate dalla zia. Era novembre del 2016, giudicate per direttissima, sono state scarcerate un mese più tardi e restituite alle rispettive famiglie. Per il reato di omosessualità, in Marocco, si rischia fino a 3 anni di carcere.