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Porti, la soddisfazione di Musumeci che accelera sulle Zes

Scossa magnitudo 3.3 nello Stretto di Messina

«Se il Governo nazionale manterrà l'impegno assunto, avremo realizzato uno degli obiettivi da sempre perseguiti dal mio governo: l'Autorità portuale dello Stretto». Nello Musumeci lo ricorda a sè e agli altri: da quando si è insediata la sua Giunta, tutti gli atti sono andati in un’unica direzione, verso la tutela dei porti di Messina e Milazzo. Anche se, bisogna ammetterlo, si è temuto che alla fine la Regione potesse compiere una scelta altrettanto discutibile quanto l’accorpamento a Gioia Tauro, cioè quella di unire Messina-Milazzo a Catania e Augusta (dalla padella alla brace...). La richiesta della XVI Autorità di sistema portuale – ribadisce Musumeci – era stata indicata in via prioritaria durante la campagna elettorale del novembre 2017. «Non mi sono mai arreso negli incontri avuti a Roma con l'allora ministro Graziano Del Rio – aggiunge il presidente – e quattro mesi fa ho scritto al Governo nazionale specificando le ragioni che militano a favore di una autonoma organizzazione dell'area dello Stretto, formalizzando la richiesta in un atto deliberativo. Il 25 giugno, alla Camera dei deputati, nel corso di un convegno assieme a Toninelli, sono tornato sul tema, invitando il ministro a esaminare la medesima ragionevole richiesta della Regione. Apprendo adesso con soddisfazione la volontà del Governo di Roma di venire incontro alle richieste avanzate. E c’è di più – insiste Musumeci –, la prossima settimana si riaprirà il tavolo regionale delle Zes con i confronti con le organizzazioni di categoria ed i presidenti delle Autorità portuali dell'Isola per la preparazione del Piano strategico delle Zes. Subito dopo ci confronteremo con gli Enti locali interessati, in modo che entro ottobre potremo finalmente chiudere la prima e più impegnativa fase che porterà alla istituzione delle Zone economiche speciali in Sicilia».

Intanto, i deputati messinesi e siciliani di Forza Italia Nino Germanà, Matilde Siracusano e Stefania Prestigiacomo precisano ulteriormente la loro posizione: «Non vorremmo essere stati fraintesi, l’annuncio del ministro è quello che noi auspichiamo da tempo, abbiamo semplicemente rilevato che si tratta soltanto di un annuncio e che al momento non esiste atto ufficiale se non i due disegni di legge presentati da Forza Italia. L'elenco delle nuove 15 Adsp italiane è contenuto nella legge 84/94 di riforma dei porti, così come emendata dal D.Lgs 169/2016 che ha modificato sostanzialmente l'originaria impostazione, compattando le originarie 24 Ap in 15 Adsp. Ogni porto italiano degno di nota è inserito in una apposita Adsp e la stessa legge dice che un porto ex sede di Autorità portuale può passare da una Adsp ad un'altra dopo tre anni (quindi da agosto 2019 in poi) previo accordo con le Regioni interessate. Si rileva inoltre che ai sensi del titolo V della Costituzione, quella dei porti è materia concorrente Stato-Regione quindi ogni modifica della legge va condivisa in Conferenza unificata. Stando a questa impostazione, costituire la sedicesima Adsp o semplicemente spostare un porto da una esistente Adsp ad un'altra richiederebbe a prima vista un iter diverso da un semplice decreto ( che peraltro non c’è ) che coinvolga almeno la Conferenza unificata e certamente i rami del Parlamento. Sperando di essere stati più chiari, facciamo un plauso anche noi al ministro Toninelli con la riserva di fare applausi più scroscianti quando ci sarà data la possibilità di leggere atti ufficiali e concreti».(l.d.)

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