Sarà presentato in giornata al Tribunale del riesame di Reggio Calabria il ricorso della Procura della Repubblica di Locri in merito all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip, Domenico Di Croce, a carico del sindaco di Riace, Domenico Lucano, di 60 anni, da martedì scorso agli arresti domiciliari.
Col ricorso la Procura di Locri, guidata da Luigi D’Alessio, chiederà ai giudici del riesame di valutare le contestazioni a carico di Lucano che non sono state prese in considerazione dal Gip Di Croce tra cui associazione per delinquere, concussione, truffa aggravata, abuso d’ufficio a malversazione.
Il Gip, nel provvedimento restrittivo, infatti, ha contestato a Lucano soltanto il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e l'illecito affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti. Al Tribunale del riesame la Procura di Locri chiederà anche di pronunciarsi sulla posizione di alcuni dei 14 indagati dell’inchiesta per i quali aveva chiesto l’arresto, richiesta che è stata rigettata dal giudice, che ha disposto l'applicazione della custodia cautelare soltanto per Lucano ed il divieto di dimora per la sua compagna, Tesfahun Lemlem, di 36 anni.
Intanto, Lucano resta ai domiciliari. I suoi difensori, Antonio Mazzone e Andrea Daqua, non hanno presentato infatti al gip, a conclusione dell’interrogatorio di garanzia svoltosi ieri, alcuna istanza di rimessione in libertà. Una richiesta in tal senso i due legali, secondo quanto si è appreso, dovrebbero presentarla la prossima settimana al Tribunale della libertà di Reggio Calabria.
Secondo quanto si è appreso, comunque, a Lucano il Gip non ha imposto alcuna prescrizione se non quella di non potersi allontanare dalla propria abitazione. Si spiega in questo modo il fatto che ieri Lucano, quando è giunto al palazzo di giustizia di Locri per l’interrogatorio di garanzia, ha potuto parlare con i giornalisti.
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